Lo speciale di Ulisse: il piacere della scoperta dedicato all’allunaggio si apre con un confronto tra generazioni. L’uno accanto all’altro ci sono Alberto e Piero Angela, pronti a raccontare lo sbarco dal loro personale punto di vista. I due si trovano a Cape Canaveral, sugli spalti riservati ai giornalisti: “Qui, proprio in questo punto, ho seguito tutti i voli sulla Luna. Sono stati momenti indimenticabili. Anche qui si è scritto un pezzo di storia dell’umanità”. E prosegue: “Vedere ogni volta ‘salire’ questi omini incapsulati era incredibile. Soprattutto perché poteva essere la loro ultima volta sulla Terra”. Chi come lui si occupava del racconto, sedeva a 5 chilometri dal punto di partenza. “Il razzo poteva esplodere”, spiega Angela. “Si vedeva questo obelisco che si alzava verticalmente in un mare di fiamme e di fumo. Anche il razzo non faceva alcun rumore. Il suono impiegava 15 secondi per arrivare fin qua. Poi si sentiva come un lenzuolo che si strappa, una fortissima vibrazione dell’aria, che rimbombava dentro lo stomaco”. (agg. di Rossella Pastore)
L’allunaggio raccontato da Piero Angela
Piero Angela racconta l’allunaggio con lo speciale Quella notte sulla Luna, un appuntamento con il quale, a distanza di 50 anni, Rai 1 ricorda il primo sbarco dell’uomo sul satellite. Assieme a lui, per la prima volta dopo 20 anni, anche il figlio Alberto Angela, con il quale ripercorrerà quell’emozione “incredibile” vissuta il 20 luglio 1969 come inviato per la Rai. “A quell’epoca era nato il primo telegiornale con i conduttori e io e Andrea Barbato ci alternavamo”, ha ricordato il celebre divulgatore televisivo. “Quando non eravamo impegnati nella conduzione, ognuno di noi faceva dei servizi e a me avevano chiesto di seguire in America tutta la preparazione delle imprese lunari a Cape Canaveral e a Houston”. Da quel momento, Piero Angela ha seguito tutte le missioni dell’allunaggio “dalla numero 7 alla 12”, compresa quella dello sbarco, l’undicesima, che preferì seguire comodamente dalla sua camera d’albergo: “Andrai a New York per seguire la diretta su un grande schermo a Central Park insieme con molta altra gente – spiega Angela – dopo tante ore decisi di tornare a vederla comodamente in tv”.
“Si vide la terra dallo spazio per la prima volta”
In occasione dello speciale di Rai 1 Quella notte sulla Luna, Piero Angela ha ripercorso, in un’intervista concessa a Tv Sorrisi e Canzoni, le fasi salienti del primo allunaggio e le emozioni legate all’apollo 8, che circa sei mesi prima aveva girato attorno alla luna, per tornare poi sulla terra. “All’andata, a metà percorso, ci fu un collegamento e si vide per la prima volta la terra dallo spazio. Io ero in onda, facevo la telecronaca in diretta, e ho avuto una forte emozione guardando quell’immagine: una pallina nell’universo”. Di fronte a quelle immagini del nostro pianeta così spettacolari, Piero Angela restò estasiato, tanto da concepire una concezione della vita, del mondo e degli uomini che lo abitano del tutto nuova: “L’impressione immediata – spiega il divulgatore scientifico – fu che noi, così piccoli non siamo niente. Litighiamo, ci ammazziamo, inquiniamo questo unico luogo caldo che ci consente di vivere, ma davvero non contiamo niente”.
“Tante persone scoppiavano a piangere”
La carriera di Piero Angela, in un primo momento, si è intrecciata con quella di suo figlio Alberto, noto divulgatore scientifico televisivo, oggi amatissimo anche dal pubblico social. I due però, a un certo punto hanno deciso di dividersi e intraprendere strade differenti, prima di tornare, in occasione dello speciale Quella notte sulla Luna, insieme sul piccolo schermo. “Una cosa corretta da fare dal punto di vista giornalistico”, spiega Alberto Angela, dal momento che suo padre, esattamente 50 anni fa, ha vissuto questo evento in prima persona. “Mio è sembrato ovvio coinvolgerlo – spiega il noto divulgatore a Tv Sorrisi e Canzoni – avere la sua diretta testimonianza, in suo grande tesoro di conoscenze e di esperienze e di esperienze”. Piero Angela ricorda infatti con precisione ogni tappa di quell’evento, oltre a ripercorrere con estrema lucidità ogni fase della partenza, sei mesi prima, dell’apollo 8: “Nel momento in cui arrivava, con 15 secondi di ritardo a causa della distanza, il rumore infernale, tante persone scoppiavano a piangere per la tensione”.