Oltre 30 programmi, 11 lauree honoris causa, il più grande divulgatore scientifico e una vera istituzione: tutto questo è Piero Angela con cui si conclude la prima stagione di Vieni da me. Ai microfoni di Caterina Balivo che si congeda dal proprio pubblico per godersi le vacanze, Piero Angela ricorda gli inizi di una carriera straordinaria. Da mercoedì 26 giugno, in prima serata su Raiuno, Piero Angela tornerà in onda con la nuova stagione di Superquark. Nonostante le grandi conoscenze in diversi campi, Piero Angela confessa di non essersi laureato. Pur essendo iscritto ad ingegneria, Angela racconta di aver interrotto gli studi per cominciare a lavorare.“Ho studiato musica, ho dato gli esami al conservatorio e io che ero appassionato di jazz, un amico mi ha invitato a collaborare in radio e un giorno mi ha dato un microfono in mano. Abbiamo fatto delle prove e dopo vari mesi ho cominciato a fare i primi servizi, ma ho atteso otto anni per essere assunto in Rai“, spiega Piero Angela.



PIERO ANGELA: “COLPO DI FUMINE CON MIA MOGLIE”

Piero Angela si racconta anche come marito, uomo, padre e nonno. Con la moglie confessa di aver avuto un colpo di fumine. “E’ stato la prima volta che ho avuto la scossa ellettromagnetica. Quest’anno abbiamo festeggiato 64 anni di matrimonio e abbiamo festeggiato con i figli e i nipoti” – spiega Piero Angela che, come nonno, non è riuscito a realizzare un sogno – “Ho cinque nipoti maschi, purtroppo. Avrei voluto delle nipoti femmine con cui si comunica meglio”, spiega. Il suo erede televisivo è il figlio Alberto, diventato un beniamino del pubblico di Raiuno. Alberto Angela, però, non ha seguito le orme del padre perchè ha sempre amato la natura: “Alberto ha cominciato prima di me. Lui è un biologo, è sempre stato un appassionato. Infatti ha fatto scienze naturali. Ha fatto il ricercatore, ha studiato in importanti università americane e solo quando era molto avanti con il suo avoro ha cominciato a lavorare con me”, confessa, ma come è stato come padre? “Sono stato rigido per i valori, ma molto aperto per le proprie inclinazioni. Guai se uno fa una cosa per la quale non ha una vocazione”, conclude Piero Angela.

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