Piero Angela si dice preoccupato ma non impaurito a seguito dell’epidemia di coronavirus che si è purtroppo diffusa anche nel nostro paese. Il divulgatore scientifico e conduttore Rai, è stato intervistato quest’oggi dai microfoni del quotidiano Repubblica, e nell’occasione ha ammesso: «La cosa personalmente non mi spaventa, non mi fa paura. Anche se penso che sia una cosa seria». Angela si dice pronto a seguire le direttive del governo e dell’Oms, emanate nelle ultime ore, senza cedere a facili allarmismi: «Viaggiare? D’ora in poi lo farò seguendo le indicazione delle autorità sanitarie: se mi dicono di indossare mascherina e guanti lo farò. Non posso giudicare se sono misure eccessive o no, mi fido di quello che dicono gli esperti. Penso si debbano rispettare le raccomandazioni che arrivano dagli esperti. Poi forse un giorno, quando sarà finito, diremo col senno del poi: erano eccessive. Ma col senno del poi sono buoni tutti». Con il diffondersi dell’epidemia, si sono moltiplicate anche le fake news, e a riguardo Angela consiglia: «Da giornalista ascolterei tutte le fonti più autorevoli per poi fare una sintesi. Da privato cittadino mi regolo con prudenza».
PIERO ANGELA: “DOVEVO ANDARE ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO MA…”
«Può darsi abbia ragione lo scienziato che dice che questa è un’infezione appena più grave di un’influenza, ma se poi non è così? – prosegue il conduttore di Superquark – Possiamo anche dire che ci sia un eccesso di cautela, ma capisco anche coloro che hanno il compito di decidere della salute pubblica: se succede qualcosa sono loro a ricevere l’avviso di garanzia». Il 91enne torinese resta comunque fiducioso, alla luce dei dati comunicati dalla Protezione civili e dalle autorità competenti: «L’80% dei contagiati guarisce senza dovere ricorrere a cure particolari. Soprattutto i più giovani. Ripeto: è una cosa seria, ma, in attesa di un vaccino, le cure ci sono e nella maggior parte dei casi funzionano». Piero Angela avrebbe dovuto presenziare ad un incontro con un’università di Torino, ma «la chiusura delle università torinesi ha fatto saltare un incontro cui avrei dovuto partecipare nei prossimi giorni».