Piero Calamandrei è considerato uno dei più grandi giuristi d’Italia. Nonno di Silvia Calamandrei, nacque a Firenze il 21 aprile 1889, e sempre nel capoluogo toscano perse la vita, esattamente 67 anni dopo, il 27 settembre del 1956. Allievo di Carlo Lessona, altro noto giurista del nostro Paese, ottenne la laurea in giurisprudenza presso l’università di Pisa nel 1912, per poi trasferirsi due anni dopo in quel di Roma, dove iniziò a frequentare Giuseppe Chiovenda, e partecipò ad alcuni concorsi universitari. L’anno successivo, nel 1915, venne nominato professore di procedura civile all’Università di Messina, mentre nel 1918 passò all’università di Modena, quindi divenne ordinario di quella di Siena nel 1919, in seguito alla morte proprio del suo maestro Lessona.



Nel 1924 chiuse il cerchio tornando nella sua Firenze, dove iniziò ad insegnare presso la facoltà giuridica, rimanendovi fino alla morte. Oltre ad essere uno stimato professore, Piero Calamandrei è considerato anche un fervente attivista politica facente parte del Movimento antifascista. Fu infatti fra i membro fondatori del Partito d’azione, e nel 1945 venne nominato membro della Consulta Nazionale, quindi eletto successivamente presso l’Assemblea Costituente. Fu una figura molto importante per quanto riguarda la Costituzione italiana così come la conosciamo oggi, in quanto partecipò attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d’inchiesta e della Commissione per la Costituzione italiana, e i suoi interventi si ricordano in particolare per quanto riguarda il piano generale della Costituzione, i Patti lateranensi, l’indissolubilità del matrimonio, e il potere giudiziario.



PIERO CALAMANDREI E IL DECESSO A SOLI 67 ANNI DOPO INTERVENTO CHIRURGICO

Come detto in apertura, Piero Calamandrei si spense nel 1956, a soli 67 anni, a seguito di alcune complicazioni dovute ad un intervento chirurgico, anche se a riguardo non vi sono moltissime informazioni. Nulla è da escludere, anche che l’operazione fosse banale, visto che la medicina di 60 anni fa, non era ovviamente la stessa di adesso.

A lui furono dedicate dopo la morte numerose vie soprattutto a Roma e in alcune cittadine toscane, e al momento è sepolto presso il cimitero fiorentino di Trespiano. Curiosità, partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale volontario di fanteria, e ne uscì come capitano e poi promosso a tenente colonnello; in seguito però decise di la carriera militare nonostante i gradi ottenuti.