Emanuela, figlia di Piero vittima innocente delle mafie, ucciso a Bresso, vicino Milano, nel 1990, parla della morte del papà a “Siamo Noi” su Tv 2000. Quel giorno l’uomo era andato in un bar per prendere un caffè quando si trovò in mezzo ad un conflitto tra clan.
“Innanzitutto quel giorno scoppiò una vera e propria guerra di mafia tra il clan ‘ndranghetista con a capo il boss Coco Trovato. E dall’altra parte abbiamo il clan camorrista con a capo la famiglia Batti. Quel giorno i Batti, i sicari dei Batti, decisero di uccidere Coco Trovato”, racconta Emanuela.
A perdere la vita furono in due: Piero Carpita e Luigi Recalcati, un pensionato che passava in bicicletta. Emanuela ricorda entrambi: “Ma quel giorno, quando spararono al posto di uccidere il boss Coco Trovato, colpirono mio padre. ci tengo a sottolineare che quel giorno. oltre ad uccidere mio padre, uccisero un’altra persona, Luigi Recalcati. Quindi fecero due vittime”.
La figlia di Piero Carpita: “La mia vita cambiò completamente”
Emanuela Carpita era appena una bambina quando il padre, Piero, venne ucciso. A “Siamo Noi” ricorda: “Io purtroppo non ho tanti ricordi di mio padre, però però quel giorno me lo ricordo molto bene. Avevo solamente 4 anni. Mia sorella 7”. Pietro aveva una portineria ed era andato a prendere un caffè quando gli spari lo colpirono: “Io compio gli anni il 3 settembre e mia sorella il 5 settembre. E mi ricordo con un po’ di emozione che quell’anno mi aveva regalato una bicicletta. E ho proprio questi flashback dove lui monta le rotelle a questa bicicletta. Però da lì a pochi giorni persi mio padre perché lo uccisero il 15 settembre” confessa la figlia di Carpita.
“Quel giorno fu un giorno emblematico perché comunque la mia vita cambiò completamente. Innanzitutto quel giorno la criminalità organizzata non è che uccise solamente mio padre, ma uccisa anche una parte dell’anima di mia madre che comunque per sé l’amore della sua vita”, rivela Emanuela.
“E in più fece una cosa secondo me inumana e cioè privò 2 bambine della possibilità di avere un’infanzia spensierata e felice. Perché fin da subito noi capimmo che era successo qualcosa di molto grave. E entrammo subito in contatto con il dolore, con la perdita improvvisa perché mio padre uscì per andare a bere un caffè al bar e stare con i suoi amici e non fece più ritorno”.