Piero Chiambretti torna su Rete 4 questa sera con la nuova edizione di CR4, La Repubblica delle Donne. Venti nuove puntate, che il conduttore definisce come “venti coniugazioni diverse del concetto di bellezza”, nelle quali “ci sono degli ospiti che vengono amabilmente intervistati dal sottoscritto con i contrappunti delle figure che stanno intorno al tavolo”. Lo stile del format, spiega Chiambretti nell’intervista concessa a Fiamma Sanò per il Messaggero, punta soprattutto a quello che si potrebbe definire come “un talk show mascherato” e che in sostanza è “esattamente la stessa identica cosa dell’anno scorso”, poiché “un programma come il nostro – svela Piero Chiambretti – può essere ripetuto anche per 3, 4 anni”. Tuttavia, la nuova stagione di CR4 si arricchirà di nuovi volti, come quello di Valeria Marini (nel ruolo di madrina per salvare il Teatro Margherita), Antonella Elia, Francesca Barra e Vittorio Feltri.
Piero Chiambretti “CR4? Di miracolo c’è poco”
Un cast ricco e variegato, un parterre ricco di ospiti vip e opinionisti tra i più amati del mondo dello spettacolo. Ma come risponde Piero Chiambretti a chi definisce La Repubblica delle Donne come una “corte dei miracoli”?: “corte dei miracoli mi piace moltissimo – spiega il conduttore sul Messaggero – ma viene vissuto come dispregiativo. In questo programma – conferma infatti Chiambretti – dall’annunciatrice fino all’ultimo i che porta i caffè, sono tutti serissimi professionisti, di miracolo c’è poco”. Proprio per questo, è bene non farsi ingannare dall’atmosfera scanzonata che si registra tutte le sere sul palco: “C’è molto lavoro, quello sì”. E nell’atavico dilemma, che lo spinge verso una definizione di sé tra l’essere più astuto o irriverente, il padrone di casa ammette: “penso di non essere nessuno dei due, ma una persona fortunata. Faccio un lavoro che mi piace, tutti i miei incubi diventano i miei programmi, realizzando anche gli incubi degli altri”.
Piero Chiambretti: politica e tv
Anche quest’anno l’intento di Piero Chiambretti non è quello di fare politica. Tuttavia, come lo stesso conduttore ha più volte spiegato, evitare temi politici è impossibile, così come conferma a un passo dalla prima puntata de La Repubblica delle Donne: “io credo che la vita comincia nella ‘gabina’ – come diceva Bossi – elettorale e continua nella vita di tutti i giorni”, spiega il noto conduttore di #CR4 al Messaggero. “Se io butto della carta per terra, sto facendo politica eticamente non corretta; se non partecipo alla vita sociale della mia città faccio una scelta di un certo tipo; se evado le tasse – aggiunge – non sono eticamente un modello. Ci sono molti modi di fare politica senza farla direttamente. E senza essere uno che promette, che va e che viene – conclude Piero Chiambretti – che ha tutti i vantaggi che la politica italiana ancora garantisce, in un Paese sull’orlo del baratro, ai politici”.