“Per me Raffaella era come un’azienda dell’energia elettrica: trasmetteva energia”. È questa la definizione che Piero Chiambretti, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, fa di Raffaella Carrà. Le loro strade, d’altronde, si sono spesso incrociate nel corso degli anni, come quel Sanremo che avrebbero dovuto condurre insieme “E un altro dove non ci dovevo essere e invece sono diventato suo compagno di avventura.” ha ricordato il conduttore. Era il Festival del 2001: “ero stato invitato in giuria poi, con la complicità di Japino, mi ero inventato uno spazio in cui invitavo dei cantanti neomelodici napoletani per presentare in contemporanea con il Festival di Raffaellaquello della canzone napoletana”, ha spiegato ancora. La Carrà non ne sapeva nulla ma la sua reazione fu positiva: “Aveva reagito con le risate che la toglievano sempre di imbarazzo, in ogni situazione che non aveva sotto controllo. Era una grande artista, si capiva che era nata per fare questo mestiere, non poteva fare altro nella vita.”



Piero Chiambretti e i motivi della lite con Raffaella Carrà

Eppure con Raffaella Carrà, Piero Chiambretti svela anche di averci litigato: “Abbiamo presentato insieme una serata dei palinsesti Rai, a Cannes. Ero giovane e un po’ esuberante e in quella doppia presentazione feci molte battute, uscii un po’ dal seminato. Ci fu un attimo di tensione ma una settimana dopo mi chiamò, dicendomi: ‘Ho capito perché ti sei comportato così: eri preoccupato’. Le ho detto che era vero anche se non era così, ma tanto era solo un dettaglio”. Raffaella non era una donna che portava rancore e Chiambretti tiene a sottolinearlo: “In trent’anni ci ho lavorato alcune volte ma tutte sono sempre state magiche, tutte serate particolari.[…] la particolarità era che ogni volta con Raffaella l’energia era incredibile”. Venire a sapere della malattia di cui soffriva la Carrà, è stato per Chiambretti “una triste sorpresa che ci ha lasciati sconcertati: la scelta di non parlare del male che aveva dimostra davvero, come è stato detto, l’affetto che aveva per il suo pubblico che non voleva vedere soffrire”, ha concluso.

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