Si è chiuso definitivamente il caso riguardante l’ex ministro, Piero Fassino, e il presunto furto di un profumo all’aeroporto. Lo ha fatto sapere il Corriere della Sera in queste ore attraverso il suo portale online, precisando che alla fine l’ex sindaco di Torino, così come già si ventilava in alcune indiscrezioni circolanti nelle scorse settimane, pagherà una sanzione, con il caso che andrà poi in archivio. Ma facciamo un passo indietro, e ricostruiamo la vicenda. Era il 15 aprile del 2024 quando Piero Fassino, presente all’aeroporto romano di Fiumicino, sembrerebbe aver sottratto un profumo costoso, di marca Chanel, al duty free dello stesso scalo alle porte di Roma.



Lo stesso Piero Fassino ha sempre negato ogni accusa, con l’esponente del Partito Democratico che ha parlato di equivoco in merito alla famosa boccetta di profumo da 130 euro trovatagli nella tasca della sua giacca. L’ex primo cittadino torinese ha infatti spiegato che aveva un trolley in una mano in vista dell’imbarco per Strasburgo, e nell’altra aveva un cellulare che aveva iniziato a squillare proprio mentre stava guardando dei profumi, di conseguenza aveva deciso di riporlo temporaneamente nella tasca della sua giacca, per poi sovrappensiero dimenticarsene.



PIERO FASSINO E IL PROFUMO, COSA ACCADDE

Peccato però che lo stesso duty free non aveva creduto alla versione del politico, di conseguenza ne era stata presentata una denuncia da cui era scaturita una indagine anche attraverso l’utilizzo delle telecamere presenti nello stesso negozio di Fiumicino, che avevano aiutato a ricostruire tutti i movimenti di Piero Fassino.

Nel filmato sembra che si vedesse chiaramente lo stesso politico mentre appunto si impossessava del profumo, non si sa se per sbaglio o meno, ma in parte smentirebbe la ricostruzione fornita dallo stesso. Ad avvalorare anche la tesi della possibile sottrazione illecita anche alcune persone che lavoravano quel giorno nel negozio, con l’aggiunta di altri due presunti episodi simili sempre legati a dei profumi.



PIERO FASSINO E IL PROFUMO, LA PROPOSTA ACCOLTA DA GIP E PROCURA

Insomma, un quadro non proprio simpatico per Piero Fassino che comunque una volta che il caso era esploso, divenendo di dominio pubblico, non si è mai nascosto dicendosi pronto a pagare qualora fosse stato risultato “colpevole”. L’obiettivo era infatti quello di evitare che le indagini sfociassero in un processo che sarebbe stato ovviamente penale, e per evitare di finire alla sbarra alla fine, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito a livello mediatico, tramite i suoi legali Piero Fassino ha deciso di pagare una sorta di multa da 500 euro.

Una mossa che è stata accolta dal Gip, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Civitavecchia, che ha accettato “l’offerta”, e che ha archiviato il caso grazie appunto alla condotta riparatoria dello stesso politico. La proposta, come spiegato dal legale Nicola Gianaria, è stata accolta anche dalla Procura vista la particolare tenuità dell’episodio. Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene.