PIERO MARRAZZO, STORIA DELLO SCANDALO CHE LO TRAVOLSE

Dopo una carriera giornalistica di successo, Piero Marrazzo sperava di fare lo stesso in politica, ma lo scandalo che lo travolse nel 2009 la interruppe bruscamente. A 15 anni dalla vicenda che ha stravolto anche la sua vita privata, ha scritto un libro biografico, “Storia senza eroi“, che presenta a Domenica In e rappresenta l’occasione per ricostruire l’accaduto dal 23 ottobre 2009 in poi.



Da alcuni stralci pubblicati dal Corriere della Sera si evince che fu Silvio Berlusconi con una telefonata a rivelargli che stava circolando un video su di lui, quello che avevano girato a sua insaputa quattro carabinieri infedeli (poi condannati) quando irruppero nella casa a Roma, sorprendendolo con una prostituta trans, con l’obiettivo di ricattarlo.



L’allora governatore del Lazio, che era vicino alla ricandidatura, fu sorpreso nell’apprendere l’informazione avuta da Berlusconi dalla Mondadori: lo avevano avvisato che un’agenzia fotografica con cui collaboravano aveva detto loro che circolava un video che riguardava appunto Marrazzo. Dai collaboratori poi apprese che la notizia circolava anche in tribunale a Roma, eppure partecipò comunque a un incontro, dopo il quale ci furono telefonate di fuoco.

PIERO MARRAZZO VITTIMA DI UN’IMBOSCATA

Piero Marrazzo apprese che sarebbe uscito un articolo su di lui riguardante un video e “incontri con trans, cocaina, ricatti“. Una valanga lo travolse, perché la notizia arrivò pure alla redazione del Tg3 dove lavorava la moglie Roberta Serdoz, da cui poi si è separato dopo lo scandalo. La giornalista scoprì ciò che il marito non le aveva detto, venendo travolta anche lei dallo scandalo.



Le dimissioni da governatore del Lazio segnarono la fine della carriera politica di Marrazzo, vittima di un’imboscata: inizialmente negò il suo coinvolgimento, poi ammise il rapporto. La vicenda è stata caratterizzata anche dal giallo della morte di Brenda, una delle due trans coinvolte nello scandalo: il 20 novembre venne trovata morta a casa sua per soffocamento a causa di un incendio.

Dal punto di vista processuale, la vicenda si è conclusa nel 2010, quando la Cassazione sancì che Piero Marrazzo era stato vittima di un complotto ed escluse ogni addebito, perché la droga era solo per uso personale e non c’era stato alcun illecito.

IL RITIRO SPIRITUALE DOPO LO SCANDALO

Dalla sentenza della Cassazione si apprese che i carabinieri infedeli avevano messo a punto la scena: doveva essere presenti la droga e la tessera personale di Piero Marrazzo, in modo tale che non ci fossero dubbi sulla sua identificazione. L’obiettivo era quello di mettere in imbarazzo l’allora governatore del Lazio e di ricattarlo per ottenere denaro o favori, oltre a confezionare un video che sarebbe stato appetibile dalla stampa scandalistica e, quindi, commerciabile.

Per quello scandalo l’ex politico decise di compiere un ritiro spirituale a Montecassino, infatti trascorse qualche settimana in convento, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione, anche per recuperare un po’ di serenità e di equilibrio in un momento difficile che ha segnato inesorabilmente la sua esistenza. Poi tornò in Rai, ma quello scandalo trans ha rappresentato purtroppo una macchina indelebile, sulla quale si è fatto un’idea, cioè che se avesse frequentato una prostituta donna, “l’impatto sarebbe stato enormemente minore“.