Non ha commesso alcun reato, non è stato indagato, anzi era parte lesa, eppure Piero Marrazzo è stato cancellato politicamente per lo scandalo del 2009. All’epoca era il governatore della Regione Lazio, dopo una carriera da giornalista: venne sorpreso con una prostituta trans in un’imboscata di alcuni carabinieri ‘infedeli’ di Roma. L’accusa era di consumare cocaina, nel frattempo filmano tutto a scopo di estorsione. Lui non denunciò né cercò di confrontarsi con i suoi legali, ma lo scandalo esplose e lo investì.



Su questa vicenda, che ha segnato la sua famiglia oltre che la sua vita, ha scritto un libro insieme alle tre figlie. Stavolta non ha scelto il silenzio, perché è inaccettabile per lui che la sua vita sia riconducibile solo a uno scandalo. Messo all’angolo dalla macchina mediatica, fu costretto a mettersi da parte per la condanna pubblica. Nessun dubbio riguardo l’inopportunità di ciò che aveva fatto da uomo pubblico, delle istituzioni, racconta nell’intervista concessa al Corriere della Sera. D’altra parte, ritiene che “la politica non debba entrare nelle mutande delle persone“. La sua colpa più grave fu nei confronti della famiglia.



Comunque, Bersani e Francheschini gli chiesero di farsi da parte e lui lo fece. Nessuna recriminazione nei loro confronti, ma in generale “la condanna mediatica e moralista è stata forte forte“. Per Piero Marrazzo ha avuto un peso nella sua vicenda l’omofobia: “Sono certo che, se avessi frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato enormemente minore. Poi sì, tutti vanno ai Pride“.

PIERO MARRAZZO E IL PESO DELLA VERGOGNA

In merito alla collaborazione delle tre figlieGiulia, Diletta e Chiara – che hanno scritto alcuni passi del suo libro, Piero Marrazzo spiega che non gli hanno fatto sconti, ma del resto non ne voleva, visto che non ne ha fatti neppure la società nei loro confronti. Al Corriere della Sera confessa che le figlie gli hanno insegnato che si può anche perdonare un padre che non è stato in grado di proteggerle e ha ricordato quei momenti difficili in cui era “schiacciato dalla vergogna“. Eppure, non ha mai pensato di suicidarsi. “C’era piuttosto una narrazione che pareva voler spingere al suicidio“, invece l’ex governatore del Lazio era stanco.



Comunque, Piero Marrazzo ci tiene ad aggiungere che “è frequente l’uso della sessualità per colpire gli altri“. A tal proposito, ricorda la storia del fratello, che portava il cognome di sua madre: dalla ricerca delle sue radici scoprì che al padre di suo fratello fu “negato il diritto di essere padre, per il suo orientamento sessuale“. Alla fine, ne ha parlato con suo fratello Riccardo, a cui ha raccontato la storia del padre, visto che non ne era a conoscenza.