LA SINISTRA TROVA L’ACCORDO SU PIERO MARRESE IN BASILICATA MA IL “CAMPO” SI RESTRINGE
Alla fine il vero “campo largo” alle prossime Elezioni Regionali in Basilicata (20-21 aprile 2024) ce lo avrà il Centrodestra: la sinistra infatti, dopo essere partita con l’idea di riproporre lo schema da “campo largo” già visto in Sardegna e Abruzzo – che vada dal Pd fino a centristi, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra, è andata in frantumi con il flop della candidatura di Domenico Lacerenza. E così con la scadenza della presentazione liste-candidati che incombeva il 23 marzo prossimo, viene trovato un accordo in extremis con il nome dem di Piero Marrese, attuale presidente della Provincia di Matera: sarà lui ad essere il candidato ufficiale di Pd, M5s, Verdi-Sinistra, socialisti e PiùEuropa alle prossime Elezioni Regionali per contrastare il Governatore uscente della Basilicata in quota Centrodestra, Vito Bardi. Lasciando fuori Azione e Italia Viva dalle trame politiche per il “nuovo” campo largo, Conte e Schlein ottengono l’effetto opposto a quello voluto: Calenda e Renzi ufficializzano il loro sostegno a Bardi, dando così alla coalizione di Centrodestra un’aurea di “allargamento” alla componente centrista.
«Ho parlato con Schlein e Conte anche ieri sera, c’è fiducia in quello che c’è da fare. Io poi sono l’unico candidato lucano in corsa, Bardi è nato in Basilicata ma vive prevalentemente fuori, come Marsilio in Abruzzo. Batterlo? Ne sono sicuro, dobbiamo continuare a lavorare sull’ascolto dei territori», così ha spiegato Marrese nella sua primissima intervista da candidato del Centrosinistra alle Regionali lucani a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1. Il candidato dem spiega di aver sentito prima la segretaria Pd e poi il leader M5s, dove entrambi hanno dato piena fiducia nella sua leadership: «Con Avs invece abbiamo fatto una video call insieme a Bonelli e Fratoianni». A chi però chiede conto di quale “campo largo” sia al momento lo scenario in Basilicata, Marrese ribatte «il mio non è campo largo ma vincente». Candidato in extremis dopo il fallimento della “tre giorni” da nome in pectore del “campo largo” Lacerenza, Marrese proverà in poco meno di un mese di campagna elettorale a farsi conoscere tanto da convincere l’elettorato a puntare su di lui e non su Bardi alle prossime urne.
LO SCONTRO AZIONE-M5S IN BASILICATA
Lo scontro interno alla sinistra sembra essere già un funerale anticipato al progetto di “campo largo” messo in campo nelle ultime due Elezioni Regionali e visto come unico scenario possibile per eventuali prossime Elezioni Politiche: lo strappo di Renzi e Calenda dopo essere stati esclusi dalle trattative per i candidati si fanno durissimi, come denotano le parole del consigliere regionale lucano di Azione, Marcello Pittella. «L’uomo di fiducia della Schlein dice che Azione non può partecipare alla lista del centrosinistra perché Calenda ha avuto delle parole poco tenere sul Pd e Conte e soprattutto perché ha detto che Bardi è una brava persona», avrebbe detto il pluripotenziario di Azione in Basilicata all’interno di un audio inviato ai suoi ed emerso all’ANSA questa mattina. È però un altro il contenuto ad aver alzato un polverone politico sull’asse Azione-M5s: «Mi rattrista tremendamente perché vuol dire che c’è proprio un’azione a far male, a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono un ebreo per loro che deve morire».
A stretto giro arrivano le scuse dello stesso Pittella per i toni utilizzati, «Sono profondamente dispiaciuto per l’accaduto e mi scuso con chi può essersi sentito offeso». Il consigliere lucano ha poi aggiunto che quelle parole usate sono frutto di una «iperbole in un audio privato» conseguente a giorni di stress e tensione emotiva, ma restano «una reazione ingiustificata e totalmente non voluta». Ad aumentare il senso di caos interno al Centrosinistra anche l’intervento di Gianni Pittella, membro nazionale di Azione e fratello del consigliere lucano: «Non mi riconosco nella scelta di Azione in Basilicata!».
Fallito il tentativo di Lacerenza, non convinto Roberto Speranza dopo gli iniziali tentennamenti e sfiduciato Angelo Chiorazzo per riserve prese dal M5s sul leader di Basilicata Casa Comune (che rimane candidato civico a questo punto, ndr), il nome che resta è quello di Piero Marrese ma con conseguenze che potrebbero non essere da poco: in primis sulle Regionali lucane dove la sinistra si trova a dover rincorrere contro un Governatore uscente appoggiato da Centrodestra, Azione e Italia Viva, per di più con un candidato conosciuto ma non troppo. Ma è sul lungo termine che rischia grosso l’alleanza Schlein-Conte visto che ad esempio il M5s – in rotta di collisione con Azione-Calenda – ha da poco annunciato di correre da soli alle Regionali in Piemonte di giugno.
LE PAROLE DI CONTE SULLE REGIONALI: “DA SOLI IN PIEMONTE, CON MARRESE IN BASILICATA. CALENDA…”
«Sul Piemonte è in vista una svolta», spiega l’ex Premier Giuseppe Conte in una lunga diretta pomeridiana su X, «con il Pd abbiamo lavorato con generosità», ma ammette di aver avuto «difficoltà oggettive. Ne prendiamo atto. Il M5s procederà a designare una propria candidata o un proprio candidato. Questo non significa che il Pd diventerà un nemico». Con Piero Marrese invece l’accordo tra Pd, M5s, AVS e PiùEuropa regge e sarà lui il candidato, non per questo però si può a questo punto parlare di “campo largo” visto lo stato attuale delle relazioni interne al Centrosinistra: «Dico a Calenda: come si fa a pensare di entrare in coalizione con forze progressiste quando dichiari che vuoi distruggere il M5s, prenderlo a calci, farlo fuori dal sistema politico? Come si fa a fare politica se vuoi distruggere? Ma non ti accorgi che è il tuo stesso modo di fare politica quello che tu condannavi? Cosa vuoi veramente? Aumentare l’astensionismo?».
Secondo Conte, in questo modo di fare politica il M5s si dissocia del tutto da ogni possibile legame politico con Azione: «Prima si trovano i progetti, e poi i candidati più seri. Si può in Basilicata essere indifferenti al problema delle trivellazioni? Si può andare insieme con Calenda che vuole farle?», risuona la stoccata dell’ex Premier anche ai colleghi del Pd. Immediata la replica del leader di Azione sempre su X: «La politica che mi fa orrore rimane sempre la stessa Giuseppe: i soldi buttati nel superbonus, il proputinismo, la promessa di sussidi “graduidamente”. Ma ti riconosco il fatto di aver domato il PD obbligandolo ai tuoi veti. Complimenti». Secondo il Movimento 5Stelle con i centristi si hanno dei programmi diversi e quindi «bisogna essere conseguenti, altrimenti gli elettori non ci seguono più».