Piero Pelù è stato intervistato durante l’ultima puntata del programma di Nove, La Confessione, condotto da Peter Gomez. Le prime parole sono per l’ultima biografia dello storico artista sardo, uscita l’anno scorso dopo la pandemia, una biografia scritta in terza persona: “Non voleva essere un’autobiografia – replica il cantante dei Litfiba – ne avevo già pubblicate due in passato”.
“Complice il lockdown e tutti i mesi e i giorni passati chiusi in casa – ha proseguito – ho avuto il tempo di sperimentare una scrittura in terza persona che si è rivelata estremamente stimolante perchè quando si esce da noi stessi si comincia ad avere degli sguardi un po’ più impersonali su quello che si è vissuto e questa cosa mi è servita moltissimo per approfondire argomenti e storie vissute da me, dalla mia famiglia, dalla mia generazione, che avevo già raccontato nelle biografie precedenti, e che non avevo mai approfondito come in questo caso, e che non avevo mai romanzato in questa occasione”.
PIERO PELU’: “QUANDO INTERVISTAI LICIO GELLI”
Piero Pelù, curiosamente, intervistò negli anni ’90 Licio Gelli, storico leader della Loggia P2, e il cantante ha ricordato quegli eventi con tali parole: “Mi trovavo ad Arezzo durante le prove di Spirito Tour con i Litfiba, c’era un soundcheck infinito che durava da ore e complice la presenza di Alex Maioli, grande fotografo e reporter, oggi direttore di Magnum Foto a Parigi, (Maioli aveva fatto dei ritratti per un’autobiografia di mesi prima), siamo entrati nella villa e siamo rimasti chiusi in un’anticamera molto buia e siamo rimasti lì fino a che non siamo stati accolti al cospetto del venerabilissimo e lì non ero preparato, ho fatto domande banali, ho chiesto di Andreotti e Berlusconi, e parlò in termini estremamente lusinghieri. In Italia ci si muove in terreni minati quando si toccano determinate corde, ma l’autonomia del pensiero rimane uno dei valori fondamentali e soprattutto la non indifferenza. Essere liberi non è mai gratis, lo dicono in una mia canzone”.
PIERO PELU’: “LA SINISTRA ITALIANA SI E’ PERSA”
Su Matteo Renzi, che ha querelato proprio Piero Pelù, e in generale sulla sinistra italiana: “Mi ha querelato ed è finita che ci siamo messi d’accordo, essere liberi non è mai gratis, ma l’avevo scritta prima questa. E’ importante fare parte della tribù a cui si appartiene veramente. Le dimissioni di Zingaretti da questo punto di vista sono l’ennesima conseguenza della mancanza di una identità realmente progressista. Io credo che storicamente la sinistra italiana ha iniziato a devastarsi dalla caduta del muro di Berlino poi la scomparsa di Berlinguer è stato un altro momento di non ritorno e poi c’è stato questo allontanarsi dalla propria base politica e sociale, quel vuoto che è stato colmato da altre forze politiche di provenienza diametralmente opposta, e ciò ha segnato l’attuale momento politico dell’Italia”.
Infine sui Litfiba: “Il percorso musicale e umano con loro è stato per me una delle più grandi esperienze della mia esistenza, sono ancora legato tutt’ora, sono ancora in attività anche se ognuno sta facendo i propri progetti, abbiamo l’idea di festeggiare i nostri 40 anni ma abbiamo rimandato per la pandemia. Sono belle sie le esperienze da solista che da gruppo, la prima è più carica di responsabilità soprattutto da chi arriva da un’esperienza , ma ti permette di collaborare a 360 gradi con più persone, a me in questo caso piace fare la somma delle esperienze per sperare di raggiungere un livello interessante di conoscenza musicale e umana”. Sulla rottura: “Siamo stati vittime del nostro successo e purtroppo di gestioni manageriali molto entranti nelle dinamiche artistiche del gruppo, i Litfiba sono l’unica band sciolta a causa di un manager”.