La possibile seconda ondata, i nuovi focolai e la posizione dell’Oms: Pierpaolo Sileri ha fatto il punto della situazione sulla pandemia da coronavirus nella lunga intervista rilasciata a Tg Com 24. Il viceministro della Salute è tornato sull’ipotesi di una seconda ondata autunnale: «Bisogna specificare cosa si intende. Se si intende che il virus è ancora presente tra di noi e che ci saranno altri positivi, è chiaro che questo sia possibile. Se intendiamo il dramma di vivere di nuovo 1000 morti al giorno come a febbraio, lo vedo più difficile: significherebbe abbandonare tutte le precauzioni che abbiamo adottato, come la mascherina ed il lavaggio delle mani. Significherebbe tornare ad una situazione pre-febbraio 2020 e la vedo difficile. Magari il virus cambia in meglio e diventa un semplice raffreddore. Attenzione a parlare di seconda ondata e di pioggia di focolai». Per Pierpaolo Sileri, inoltre, «le cose vanno bene, meglio del previsto», ed i nuovi focolai focolai «ci sono, ma sono contenuti». «Chiunque si sbilancia su ottobre, dice stupidaggini», il giudizio netto dell’esponente M5s.



PIERPAOLO SILERI, STOCCATA ALL’OMS

Nel corso dell’intervista a Tg Com 24, Pierpaolo Sileri ha messo in evidenza: «Dobbiamo fare i conti con quella che è l’evidenza attuale. I posti in terapia intensiva si svuotano, meno persone infettate malate, positivi individuati grazie allo screening. Perché fasciarsi la testa prima di rompersela? Al momento, a settembre-ottobre faremo i conti con una situazione simile a quella di oggi. Se a ottobre dovesse aumentare la circolazione del virus, continuiamo a restare lontani, ad utilizzare le mascherine e così. Le terapie oggi sono più efficaci ed i medici conoscono meglio la malattia».



Poi una battuta sull’ultima uscita dell’Oms: «Avrei preferito che l’Oms dicesse “il peggio sta arrivando” il 31 di gennaio, ma non l’ho mai sentita questa frase, neanche a febbraio. Mi hanno sempre insegnato che le parole hanno un peso. Dire oggi, dopo 5 mesi di dramma, che il peggio deve ancora arrivare… Non confondiamo le persone: abbiamo 60 milioni di potenziali pazienti, bisogna parlargli in maniera chiara e univoca. Dando 10 informazioni, mettendo insieme anche cose del 1917 (la Spagnola, ndr), le persone si preoccupano».

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