Nessun rischio di nuovo lockdown, ma guai ad abbassare la guardia: Pierpaolo Sileri è netto nel corso dell’intervista rilasciata a Fuori dal coro. Il viceministro della Salute ha tenuto a mettere in risalto i meriti dell’Italia: «Non credo che stiamo rischiando una chiusura completa, visti i numeri che abbiamo. I numeri crescono molto lentamente e la situazione è sotto controllo. Noi abbiamo un vantaggio rispetto agli altri Paesi: abbiamo avuto un lockdown molto più lungo e abbiamo spento eventuali focolai secondari. L’altra cosa è che abbiamo iniziato ad usare la mascherina molto prima degli altri».

Pierpaolo Sileri ha poi aggiunto: «Abbiamo avuto una ripresa tardiva rispetto agli altri Paesi, come storicamente accade, ma servono almeno altre due settimane per vedere gli effetti delle riaperture. Ci saranno dei focolai, ma questa è la normalità, io sono più preoccupato del controllo di questi focolai. Sono ancora più preoccupato delle quarantene: noi rischiamo che quando trovi una persona positiva devi mettere in quarantena un discreto numero di persone. Con la concomitanza di sintomi influenzali rischi che l’Italia possa fermarsi non per il lockdown ma per le troppe quarantene».

PIERPAOLO SILERI: “SERIE A, EVITARE CONTATTI NON NECESSARI”

Un nuovo lockdown totale sembra scongiurato, dunque, la situazione potrebbe cambiare solo in caso di un repentino aumento di contagiati, ma non per quanto concerne i numeri: «Il problema non è la soglia, ma la velocità con cui si arriva a questa soglia. Abbiamo oggi una crescita estremamente lenta: se vedessi un incremento del 20-30% da un giorno all’altro per due-tre giorni consecutivi».

Pierpaolo Sileri è poi tornato sui 14 casi positivi riscontrati nel Genoa, evidenziando sulla Serie A: «Evitare i contatti non necessari, come baci e abbracci quando esulti per un gol. Si può giocare in sicurezza, ma non bisogna mai derogare alla regola più importante. Negli spogliatoi devi stare a distanza, devi usare la mascherina quando sei in prossimità di altri e devi lavarti le mani. Napoli-Genoa? Non so se hanno avuto attività conviviali fuori dal campo che hanno consentito il passaggio del virus, sicuramente i contatti stretti dovevano andare in quarantena».