Secondo il confermato viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, un lockdown generale servirebbe a ben poco. L’esponente del Movimento 5 Stelle lo ha affermato, ribandendo un concetto già espresso negli scorsi giorni, stamane ai microfoni di Agorà, su Rai Tre, commentando le misure introdotte nel nuovo Dpcm che verrà emanato a breve: “Un lockdown generale non lo vedo utile – racconta – i lockdown devono esser chirurgici, bisogna fare altre Viareggio dove il contagio corre”.



“Con i provvedimenti – aggiunge – non dobbiamo penalizzare una parte di Italia in cui l’epidemia è sotto controllo, ad esempio la Sardegna”. Secondo Sileri, alla luce dei contagi che continuano a salire, sarebbe necessario ritardare la seconda dose di vaccinazione, di modo da creare una sorta di “mini” immunità di gregge: “Siamo nel pieno della terza ondata e i contagi continueranno a salire, per questo già da un po’ di tempo chiedo di aumentare il numero di vaccinazioni somministrando una sola dose e ritardando la seconda di due o tre settimane”.



SILERI: “DA SALVINI DISCORSO DI BUON SENSO”

“Secondo me – aggiunge – questa è la strategia che dobbiamo attuare adesso. Abbiamo un milione e mezzo di dosi ferme nei frigoriferi (come ha denunciato recentemente anche la Fondazione Gimbe ndr) in attesa di fare la seconda dose ma l’evidenza scientifica mostra che già la prima dose dà una immunità sufficiente a proteggere dalla malattia. Quindi ritardare la seconda dose per gli altri vaccini in questo momento è ragionevole, confidando nelle consegne crescenti che ci saranno nei prossimi mesi”. Il viceministro Sileri ha quindi commentato le parole del leader della Lega Salvini, che ha chiesto più controlli e meno misure, dicendo no ad un lockdown nazionale: “E’ stato un discorso di buon senso – spiega – simile al mio”. E a riguardo l’ex ministro dell’Interno aveva spiegato: “Come ormai sostengono molti medici, il CTS ed il sottosegretario Sileri, servono interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini delle zone più a rischio, senza però chiudere tutto in tutta Italia”.

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