Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto sulle colonne del “Corriere della Sera” per annunciare il suo addio alla politica dal 2023, quando tornerà a dedicarsi a tutto tondo alla professione che più ama e connessa alla medicina. Prima, però, ha ripercorso i suoi ultimi quattro anni, a cominciare dal 2018, quando entrò in Parlamento con il Movimento Cinque Stelle, che “si è accorto di me perché avevo fatto una battaglia sulla trasparenza nei concorsi universitari. E di conseguenza mi è stato proposto un collegio, a Roma Nord”.
Prima, però, Sileri votava “sempre a Destra, anche se da almeno una decina anni mi definivo un elettore disaffezionato. Le crisi di governo? Non le ho mai vissute soffrendo. Sapevo fin dall’inizio che sarebbe stato un mandato a tempo. La mia vita è la medicina e poi sono abituato a meno parole. La politica è fatta di lungaggini. In campo medico è tutto rapido e diretto. Ecco, chi verrà dopo dovrà scardinare il pantano burocratico”. Com’è stato e com’è tuttora il rapporto con Roberto Speranza? “Siamo molto diversi, ma alla fine è stato un valore aggiunto. Siamo entrati in sintonia. Spero di aver contaminato lui con l’aggressività da medico. Lui ha fatto lo stesso con me, con la politica”.
PIERPAOLO SILERI: “NON HO AVUTO ALCUN DUBBIO NEL SEGUIRE DI MAIO”
Nel prosieguo dell’intervista, Sileri ha confermato che rifarebbe tutto ciò che ha fatto durante la pandemia, inclusi “quegli atti di accusa nei confronti di alcuni dirigenti del Ministero. Riandrei a Wuhan entrambe le volte senza se e senza ma. Certo, ci sono state carenze comunicative. Penso alla scuola: si è parlato tanto e male. Ad esempio, poteva essere un po’ più flessibile l’approccio di alcuni membri del precedente Comitato tecnico scientifico”.
A distanza di quattro anni e mezzo, Sileri non si è pentito di aver aderito al M5S e, seppur dolorosa, la scissione di Luigi Di Maio non gli ha creato dubbi: “Ho aderito a ‘Insieme per il futuro’ e con Conte ho avuto un dialogo cordiale, come sempre. Ho espresso il mio disagio su alcune posizioni. Il punto è il seguente: non stiamo discutendo del vaccino contro il morbillo sul piano nazionale, stiamo discutendo a livello planetario di come arginare una pandemia, e di come contrastare un invasore, ovvero la Russia”. A fine mandato, comunque, “tornerò al mio lavoro, ai turni in ospedale, alla ricerca, alle lezioni in università. Ho vinto un concorso del 2016 al San Raffaele”.