«Ci siamo avviati verso la ducizzazione di Mario Draghi»: così, senza fronzoli, Pietrangelo Buttafuoco ai microfoni de La Verità. Il celebre scrittore ha fatto il punto della situazione tra pandemia e politica, parlando di un’Italia minuta, pronta ad affidarsi all’uomo della provvidenza, in questo caso il primo ministro: «Credo che abbia sufficiente spirito per staccarsi da sé stesso, ovvero, dall’immagine che gli altri gli hanno cucito addosso. D’altronde, chi è ducizzato, alla fine, si accorge che “governare gli italiani non è difficile: è inutile”».



Nel corso del suo intervento, Pietrangelo Buttafuoco ha messo in risalto che Draghi, confermando Speranza al ministero della Salute, si è stretto dentro la tenaglia: da un lato l’emergenza che non finisce, dall’altro la burocrazia impegnata a far sì che l’emergenza stessa prosegua. Questa l’analisi dell’intellettuale: «Covid malattia burocratica? Sì, perché siamo tutti contagiati, ma, grazie a Dio, senza che si vedano più scene come quella delle bare di Bergamo. Però ogni emergenza reclama la costruzione di una casta, che su quell’emergenza sopravvive». E l’emergenza, ha aggiunto, è una mano santa…



PIETRANGELO BUTTAFUOCO TRA PANDEMIA E POLITICA

Soffermandosi sulla politica, Pietrangelo Buttafuoco ha messo in risalto che tutti i partiti sono in crisi e, quindi, non ci sarà alcun ritorno alle urne prima del 2023. L’unico movimento che sembra godere di questa situazione è il Partito Democratico, definito il partito dei caporali: «Quelli che comandano sempre. Come quelli che, durante il regime fascista, vestivano in orbace e poi andarono a reggere le file dell’antifascismo».

Il Pd, a suo avviso, essendo partito di sistema ha dalla sua la burocrazia, ma anche la Lega ha un vantaggio: «I consensi? Non tanto. È che è l’unico partito con un blocco sociale di riferimento. Il famoso popolo delle partite Iva, delle saracinesche alzate alle 6 del mattino, del Nord produttivo. Questo popolo ha espresso governatori e amministratori locali».