A Storie Italiane la vicenda di Pietro Conversano, il finanziere sparito due anni fa da Monopoli, in Puglia, e per cui si è persa ogni traccia. La moglie in collegamento spiega: “A distanza di due anni sono ancora senza marito, non so se è vivo o morto, non sono state fatte le ricerche come si doveva fare, e ancora non stanno facendo nulla. Il tribunale militare ha dato disposizione di fare ricerche, ma chi le sta facendo? Sono molto triste e rammaricata perchè non stanno pensando di cercarlo ma stanno pensando di licenziarlo. Io mi chiedo come si fa a licenziare una persona scomparsa, non sappiamo dove sta e come sta”.



In collegamento anche l’avvocato della famiglia, La Scala, che ha ricostruito la vicenda: “Possono licenziarlo, ma il problema è il motivo. E’ stato visto da una telecamera di Bari allontanarsi con le sue gambe. Ci sta che la Guardia di finanza attivi la procedura perchè non sta andando a lavorare, giustamente deve farlo, perchè per lo Stato risulta essere assente volontario, non è in malattia, non è in aspettativa, non è in 104”.



PIETRO CONVERSANO, L’AVVOCATO: “SI PENSA AD UN GESTO VOLONTARIO MA…”

“Il problema – ha proseguito il legale parlando con Rai Uno – è che noi sappiamo con certezza che Pietro non stava bene, abbiamo trovato una quantità enorme di documentazioni, lui scriveva pensieri che denotano una personalità disturbata, è un dato oggettivo”. L’avvocato fa poi chiarezza sulla questione licenziamento: “Lui al momento è sotto processo per diserzione e sono due le ipotesi: non si è stato in grado con certezza di dimostrare che Pietro non era in realtà disturbato; oppure, viene dimostrato che il finanziere non stava bene di testa e quindi non si è allontanato volontariamente. Potrebbe essere già morto, noi non lo sappiamo, gli ultimi avvistamenti risalirebbero a 7-8 mesi fa, una persona che viveva sotto i ponti della stazione. Aspettiamo la decisione del giudice penale. Non è da escludere che Pietro Conversano venga licenziato come disertore e poi scopriamo che fosse già morto e non ci facciamo una bella figura”. Il legale conclude: “L’errore di fondo è che si parta pensando all’allontanamento volontario”.

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