Proseguono le indagini in merito alla morte di Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, uccise la notte dello scorso 22 dicembre, investite a Roma, Corso Francia, dall’auto guidata da Pietro Genovese (figlio del noto regista). Stando a quanto riporta quest’oggi il quotidiano Repubblica, alla mezzanotte e 27 minuti di quel giorno, quando le due 16enni sono state centrate in pieno, il guidatore era al telefono. Pare infatti che il giovane stesse usando Whatsapp, la nota applicazione di messaggistica, selezionando quattro immagini e inviando un video a vari destinatari. L’azione sarebbe durata diversi secondi, e a svelarla sarebbe stata l’informativa della polizia postale, agli atti dell’indagine in corso, e che è appunto servita a ricostruire nel dettaglio le mosse di Genovese nel momento in cui si verificava l’incidente mortale. Se tale indiscrezioni di Repubblica venisse confermata, a questo punto si aggraverebbe la posizione di Genovese, visto che allo stesso verrebbe contestata anche la violazione dell’articolo 173 del codice della strada, ovvero, il divieto di usare il telefono durante la marcia.



MORTE GAIA E CAMILLA: ATTESA CONSULENZA DELLA DIFESA

Nei confronti del 21enne figlio del regista Paolo, l’accusa è quella di duplice omicidio stradale aggravato, in quanto viaggiava oltre il limite di chilometri orari consentito (90 contro i 50), con un tasso alcolemico di 1.4 grammi per litro (deve essere pari a 0 per i neopatentanti), e la novità, con in mano il cellulare. Inoltre, fra le varie contestazioni, anche il fatto di non essersi fermato subito dopo l’investimento delle due ragazze, ma a 180 metri circa dal punto d’impatto, pare perchè l’auto del Genovese non fosse più in grado di proseguire. A quel punto, sarebbe sceso dal mezzo, sarebbe tornato indietro sul luogo dell’impatto, e avrebbe atteso l’arrivo della polizia municipale e dell’ambulanza. Per quanto riguarda il semaforo di corso Francia, invece, la consulenza ha appurato che fosse di colore verde, e che quello pedonale era funzionante. Anche la difesa ha incaricato dei consulenti per ricostruire l’esatta dinamica, di conseguenza, si preannuncia una lunga battaglia giudiziaria.

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