Colpo di scena al processo sulle 16enni investite e uccise a Roma che vede imputato Pietro Genovese. La sentenza slitta: il gup Gaspare Sturzo ha infatti disposto con un’ordinanza di ascoltare in aula i periti che hanno svolto le consulenze tecniche e i testimoni dell’incidente avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 dello scorso dicembre a Corso Francia, in cui sono morte Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Il giudice, quindi, ha fissato due udienze: la prima il 4 novembre, l’altra il 14 novembre. «Per noi è una sofferenza che si rinnova tutti i giorni. Il fatto che Genovese non fosse in aula un po’ ci ha deluso, speravamo almeno di poterlo guardare negli occhi. Comunque siamo sereni e crediamo nella giustizia». Così le mamme di Camilla e Gaia al termine della prima udienza del processo che si svolge con rito abbreviato. La consulenza tecnica depositata dai difensori delle due 16enni comunque evidenzia che l’incidente si poteva evitare. «Da quanto emerso e scientificamente ricostruito emerge che il sinistro stradale era pienamente prevedibile ed evitabile», questa la conclusione a cui è giunta la consulenza tecnica. (agg. di Silvana Palazzo)



SENTENZA PIETRO GENOVESE, “CI ASPETTIAMO ALMENO 5 ANNI”

Anche la mamma di Gaia, la giovane ragazza morta a dicembre di un anno fa dopo essere stata investita dall’auto di Pietro Genovese, è stata intervistata dal programma di Rai Uno, Storie Italiane. Poco prima dell’inizio dell’udienza di oggi, da cui arriverà la sentenza in primo grado, la madre della 16enne uccisa ha fatto chiarezza su un punto: “Genovese non sta rischiando fino a 5 anni, la legge dice che per un duplice omicidio stradale si rischiano fino a 18 anni ma lui ha scelto il rito abbreviato e potrà usufruire di uno sconto di un terzo della pena”. E ancora: “Giustamente il magistrato in studio da Eleonora Daniele ha precisato che potrebbero assolverlo, noi ci aspettiamo più di 5 anni di pena sinceramente, due bambine falciate così, con tasso alcolemico al triplo del consentito, una velocità di 93 chilometri orari, il tasso tossicologico, sulle strisce pedonali, abbiamo interpellato i migliori periti d’Europa perchè non accadono più queste cose”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SENTENZA PIETRO GENOVESE, MAMMA DI CAMILLA: “VITA CAMBIATA IN TUTTO”

E’ attesa nella mattinata di oggi la sentenza del processo nei confronti di Pietro Genovese, imputato per la morte delle due 16enni di Roma, Gaia e Camilla, scomparse a dicembre dell’anno scorso in quel di Corso Francia, dopo essere state investiti proprio da Genovese. Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha intervistato quest’oggi la signora Cristina, mamma di Camilla, che ha spiegato: “Mia figlia era felice, aveva un ragazzo, era stata col fidanzato, era piena di gioia, si sente il vuoto, non soltanto a casa, è tutto diverso, siamo cambiati noi, non è facile confrontarci a casa, ci manca questo, questa presenza, non mangiamo più in cucina dove mangiavamo tutti e quattro, mangiamo in salotto, io mangiavo con lei dopo la scuola, non è più così. La vita ti cambia completamente, non vedo più oltre l’orizzonte, non ho più sfumature, non le vedo più, non riesco più a fare una battuta, una risata, non riesco”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SENTENZA PIETRO GENOVESE: “GAIA E CAMILLA CI MANCANO”

Alla vigilia della sentenza nei confronti di Pietro Genovese per la morte di Gaia e Camilla, le mamme delle due giovani vittime hanno rilasciato un’intervista ai microfoni di Storie Italiane per ricordare le due 16enni, venute a mancare meno di un anno fa dopo essere state falciate dal figlio del celebre regista. La mamma di Camilla ha ricordato così la figlia: «Camilla era una ragazza molto riservata, quando era piccola era timida, sempre un passo indietro. I ricordi più belli sono dell’ultimo anno, era cambaita tanta, soprattutto negli ultimi mesi: iniziava a raccontarmi, del fidanzatino precedente, di quello di adesso, delle sue amiche. Parlavamo tanto ed è quello che mi manca tanto». La donna ha poi aggiunto: «A volte mi manca come l’aria, mi manca il respiro, piango da sola perché difficilmente lo faccio con mio marito e con mia figlia, ma in quei momenti mi rendo conto di non poterla più toccare, accarezza…». (Aggiornamento di MB)

MORTE GAIA E CAMILLA, DOMANI LA SENTENZA PER PIETRO GENOVESE

Domani è attesa la sentenza nei confronti di Pietro Genovese per la morte di Gaia e Camilla, le due 16enni investite in Corso Francia nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019. «Un dolore inaccettabile» per le due famiglie, che hanno chiarito ai microfoni di Storie Italiane: «Non cerchiamo vendette, solo giustizia». Intervistata dal programma in onda su Rai 1, la madre di Gaia, la signora Gabriella, ha spiegato: «Quella sera il ricordo è stato tragico, ho incontrato il papà di Gaia che era sotto il mio condominio mi ha detto: “Tua figlia non risponde di mezzora”. Ma io l’avevo sentita fino alle 00.25, di corsa sono salita e mi ha detto che c’era stato un brutto incidente, io lo sapevo perché ero passata dalla carreggiata opposta, ma non si vedevano macchine, solo un’ambulanza con la sirena spenta. Io sono salita a casa di corsa ed ho aperto la porta, dicendomi: “Gaia dorme, non è possibile”. Sono entrata ed ho visto il suo letto intatto, lì ho capito che era successo qualcosa, perché mi aveva detto “ci vediamo a casa, sto venendo a casa”. Invece quello che mi rimane è solo questo (l’urna, ndr)».

PIETRO GENOVESE, LA MADRE DI GAIA: “MIA FIGLIA ERA TUTTO PER ME”

La madre di Gaia ha poi continuato il suo racconto: «Sono distrutta perché mia figlia viveva con me, vivevamo insieme io e lei, lei e io. Nella sua camera ci entro, ogni tanto apro gli armadi, a volte penso di impazzire ed altre volte la sento con me, magari accendo la radio e c’è una musica che le piaceva». E purtroppo la vita è sempre difficile: «Io sono una donna che va avanti per inerzia, mi sostiene la psicoterapeuta e mi sta aiutando a ritrovare una ragione di vita, per me Gaia era l’unica figlia e vivevo per lei soprattutto. Sto cercando di trovarla una motivazione ma non la trovo. Non ho una grandissima fede che mi assiste purtroppo, ma spero che lei ci sia un po’ come energia». La signora Gabriella ha ribadito di non cercare vendette nei confronti di Pietro Genovese«Vogliamo giustizia ma non vendetta, assolutamente» – evidenziando di essere disposta anche ad incontrarlo in futuro.