Si terrà il prossimo 13 luglio 2020 la prima udienza del processo a Pietro Genovese. Il figlio del celebre regista Paolo, attualmente agli arresti domiciliari, è accusato di omicidio stradale plurimo aggravato per l’incidente del 21 dicembre scorso in Corso Francia a Roma nel quale persero la vita le due amiche 16enni, Gaia Romagnoli e Camilla von Freymann. Come riportano i colleghi de Il Messaggero, Genovese sarà giudicato con rito abbreviato. Ricordiamo che il pubblico ministero Roberto Felici ha respinto la richiesta del giovane, tramite i suoi legali Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, di patteggiare 2 anni e 6 mesi di reclusione. Al centro del dibattimento la perizia disposta dalla Procura capitolina per accertare la dinamica dell’incidente, che consta di testimonianze, misurazioni sull’asfalto e, soprattutto, fotogrammi immortalati dalla telecamera del Compro oro sito nelle vicinanze.



PIETRO GENOVESE, VIA AL PROCESSO IL PROSSIMO 13 LUGLIO

Il Messaggero spiega che grazie al filmato della telecamera di sicurezza del Compro oro di Corso Francia 137 è stato possibile ricostruire quanto accaduto quella tragica notte di dicembre. E, secondo il perito, sarebbe bastato un secondo e mezzo per evitare la morte delle due giovani sedicenni. «Nelle fasi antecedenti di due secondi l’impatto, né Genovese né i pedoni potevano reciprocamente avvistarsi», quanto recita la documentazione depositata dalla Procura: la visuale di Pietro Genovese era ostruita da una vettura bianca che lo precedeva. E viene tirato in ballo anche l’elemento della fatalità: «La mancata reazione del giovane in una situazione di pericolo è compatibile con l’avvistamento delle sedicenni in poco più di un secondo».

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