Il dramma di Corso Francia-Ponte Milvio non accenna a diminuire nel suo portato di polemica “sociale” e indagine della magistratura: la morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli hanno portato all’arresto (ai domiciliari) per il figlio del registra Paolo Genovese, quello stesso Pietro che nel momento del tragico impatto la notte tra sabato e domenica scorsi a Roma si trovava con i due amici Tommaso Edoardo Fornari e Davide Acampora. Le ultimissime novità sulle indagini per doppio omicidio stradale arrivano proprio dal primo di questi due amici, che nello specifico dell’incidente si trovava nel posto da passeggero posteriore nel suv di Pietro Genovese: «“Fermati, ferma”, ho sentito gridare questo quasi nello stesso istante in cui ho udito un fortissimo botto alla macchina. Pietro ha continuato a guidare per altri duecento metri circa ma aveva cambiato faccia. Era come un automa, non sembrava in sé, anzi sembrava proprio non capire più niente». A gridare quelle parole sarebbe stato, secondo la deposizione di Tommaso Fornari, proprio l’amico Davide che era seduto davanti e che si è visto sbucare Gaia e Camillamentre correvano, mano nella mano, sotto la pioggia in mezzo a Corso Francia.
GAIA E CAMILLA INVESTITE: ACQUISITI VIDEO DELLE TELECAMERE
Quanto riportato da Repubblica in merito alle deposizioni di Fornari differisce però in alcuni punti dalla versione fornita da Acampora agli inquirenti: in particolare, lo stesso Davide aveva raccontato appena dopo l’incidente di Ponte Milvio dello scorso sabato che «le due povere ragazze sono sbucate all’improvviso. Venivamo da un semaforo verde, non andavamo fortissimo ma avevamo preso velocità quando stavamo all’altezza del semaforo successivo. Eravamo sulla corsia di sorpasso, alla nostra destra ho notato un’auto che ha rallentato senza capirne il motivo e subito dopo correvano davanti a noi le due ragazze». Se però venisse confermata la versione di Tommaso, allora potrebbe aggravarsi la posizione di Pietro Genovese in quanto Davide si era accorto delle ragazze, tanto da urlare di fermarsi, mentre poi un attimo dopo l’investimento è divenuto inevitabile. Sulle frazioni di secondi e sulle specifiche dinamiche raccontate dai testimoni si basa tutto il lavoro ancora in corso della magistratura, con l’acquisizione stamane di alcune immagini delle telecamere di sicurezza di alcuni negozi lungo Corso Francia per contribuire ad una ricostruzione dell’esatta dinamica dell’incidente dove hanno perso la vita le due sedicenni travolte. Al momento comunque la gip Bernadette Nicotra ha creduto alla versione di Fornari, anche se ammette la stessa giudice «la condotta vietata e incautamente spericolata delle due ragazze che attraversando con il rosso, di notte, sotto la pioggia, hanno concorso alla causazione del sinistro mortale».