Giusto correggere i sussidi, rischiano di essere delle trappole: questa l’analisi del professore Pietro Ichino. Intervenuto ai microfoni di Libero, il giurista si è detto favorevole alla stretta sul reddito di cittadinanza – in particolare “sul versante dei beneficiari idonei al lavoro retribuito e in particolare dei giovani neet” – rimarcando che una correzione ben costruita è interesse anche dei beneficiari abili al lavoro: “Altrimenti c’è un alto rischio che il sostegno del reddito di cui godono diventi per loro una trappola”.
Sempre per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, Pietro Ichino si è soffermato sulla mancanza di offerte di lavoro da abbinare al sostegno economico: “Chi ha scritto quella norma pensa che gli imprenditori presentino al Centro per l’Impiego la richiesta di una persona, per esempio: un operaio elettricista; e che il CpI inoltri questa proposta a un disoccupato elettricista; poi, se quello rifiuta, lo denuncia all’Inps”. Ma questo non accade mai, ha sottolineato l’esperto: “Perchè qualsiasi imprenditore, prima di offrire l’assunzione, vuole conoscere la persona, verificarne le capacità e qualità personali, l’interesse effettivo al lavoro. Basta che il disoccupato si mostri poco interessato perchè l’offerta non gli venga rivolta”.
PIETRO ICHINO: “”
Nei tre anni di esistenza del reddito di cittadinanza, non è mai stato registrato un “rifiuto reiterato”, ma nemmeno un “primo rifiuto”, la denuncia di Pietro Ichino. I casi di decadenza del sussidio sono stati legati alla totale irreperibilità del beneficiario al domicilio indicato. Fondamentale accendere i riflettori sulla formazione dei percettori e il percorso potrebbe essere offerto direttamente dal CpI: “Se il percettore rifiuta? Se il rifiuto è ingiustificato, la decadenza dal sussidio dovrebbe essere immediata: nei Paesi del centro e nord-Europa non viene ammesso il rifiuto senza motivo plausibile”. Per quanto riguarda i navigator, il giurista ha ricordato che negli altri Paesi i job advisors hanno due anni di formazione specialistica post-laurea. in Iitalia, invece, sono stati mandati allo sbaraglio. Pietro Ichino ha poi evidenziato che qualsiasi sussidio senza assistenza e condizionalità “ha in qualche misura un effetto depressivo sulla propensione media al lavoro delle persone che ne fruiscono”: “Ma la condizionalità richiede ciò di cui parlavamo poco fa: la capacità del sistema di attivare i percorsi di formazione o addestramento mirati agli sbocchi occupazionali disponibili. E per questo l’improvvisazione non basta”.