Tra i tanti aneddoti della vera vita di Pietro Mennea, che viene ricordato sulla Rai con la miniserie “La Freccia del Sud” diretta da Ricky Tognazzi, c’è l’uso del premio per la storica vittoria alle Olimpiadi di Mosca. Lo sprinter di Barletta si rese protagonista di un’epica rimonta conquistando la medaglia d’oro e ricevette un premio di 8 milioni di lire dal CONI e dalla FIDAL, una cifra abbastanza modesta anche all’epoca ma che rispecchiava le paghe del movimento sportivo e olimpico fuori dal mondo del calcio. Mennea incassò e investì interamente il ricavato in 6 poltrone di pelle Frau, molto conosciute per gli arredi da salotto, che fecero bella mostra nella sua casa anche quando si era ritirato da tempo dall’attività agonistica. Altri tempi in cui anche per i più grandi atleti del mondo dello sport era normale praticare una certa austerità. (agg. di Fabio Belli)
PIETRO MENNEA: QUALCHE IMPRECISIONE STORICA…
Pietro Mennea viene ricordato nel film La Freccia del Sud: una miniserie diretta da Ricky Tognazzi che fu originariamente portata in televisione dalla Rai, due puntate (da circa 100 minuti ciascuna) nella quale, in un flashback, il corridore di lì a poco impegnato nei 100 metri alle Olimpiadi di Mosca 1980 ricorda la sua carriera. La ripercorriamo idealmente anche noi: Mennea è originario di Barletta e nell’Avis, società agonistica della città, ha iniziato a correre. Tra il 1972 e il 1984 Mennea ha preso parte a quattro finali olimpiche consecutive dei 200 metri: un record nazionale ancora imbattuto, così come il primato europeo sulla stessa distanza. Il celeberrimo 19’’72, corso nel 1979 alle Universiadi di Città del Messico: sarebbero passati 17 anni prima che uno stratosferico Michael Johnson ritoccasse quel record del mondo ad Atlanta, mentre ne sono trascorsi 39 per vedere Filippo Tortu portargli via il record italiano sui 100 metri. Nella sua carriera, Mennea ha vinto tantissimo: lo si ricorda in particolar modo per due momenti specifici, ma non va certo dimenticato quanto fatto agli Europei (sei medaglie complessive, con tre ori) e in altre gare cui ha preso parte.
PIETRO MENNEA: I DUE MOMENTI STORICI
I due momenti di cui sopra sono naturalmente il record del mondo e l’oro olimpico, a distanza di un anno: nel 1979 in Messico Mennea volò in 19’’72 beffando il polacco Leszek Dunecki (che avrebbe vinto l’argento anche nei 100) e il britannico Ainsley Bennett. A Mosca, Mennea fu eliminato in semifinale nei 100: il film La Freccia del Sud parte proprio dal momento in cui il corridore pugliese sta per andare sui blocchi di partenza per partecipare a quella gara. Il 28 luglio 1980 però l’azzurro fece sua la distanza doppia. Partito in ottava corsia (all’epoca si utilizzava il sorteggio), il barlettano non partì benissimo ma a metà gara riuscì a innescare una grande rimonta, andando a vincere per soli due centesimi sul britannico Allan Wells. Fu una finale tiratissima: Mennea la vinse in 20’’19, la medaglia di bronzo (il giamaicano Don Quarrie) fece registrare 20’’29 beffando di un solo centesimo Silvio Leonard, che aveva vinto la sua semifinale.
La miniserie, trasmessa per la prima volta nel 2015 – a due anni dalla morte – racconta il Mennea atleta (a dire il vero anche con qualche imprecisione storica) ma non ci dice molto riguardo il dopo: non va infatti dimenticato che il barlettano conseguì la bellezza di quattro lauree. La prima in Scienze Politiche, su consiglio di Aldo Moro che all’epoca era Ministro degli Esteri; poi in giurisprudenze, Scienze Motorie sportive e Lettere. Dalla moglie Manuela Olivieri non ebbe figli; è stato a lungo impegnato in politica, facendo parte della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Mashrak e degli Stati del Golfo (ne era vicepresidente) e della Commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione, i mezzi d’informazione e lo sport. Tra i vari riconoscimenti, l’intitolazione dello stadio dei Marmi a Roma e la dedica di una stazione della metropolitana di Londra (quella di High Street Kensington) nell’ambito delle iniziative per le Olimpiadi del 2012. Pietro Mennea è stato un grande personaggio, amato da tutti e che ha contribuito a fare la storia dell’atletica.