IL NUOVO ATTACCO DI PAPA FRANCESCO A MONS. GEORG GÄNSWEIN E IL “REBUS” SUL DOSSIER EMANUELA ORLANDI CHE RIMANE
Le ultime anticipazioni emerse sul nuovo libro-intervista di Papa Francesco – “El Sucesor”, in uscita oggi 3 aprile 2024 – hanno visto nuovamente emergere il nome di mons. Georg Gänswein, ma nel giro di poche ore a “squarciare” le cronache nazionali è emerso nuovamente il caso Emanuela Orlandi a ben 41 anni dalla scomparsa della giovane cittadina vaticana. Provando a ricostruire per bene il tutto, partiamo dalla fine, ovvero dalle parole del Santo Padre nel libro con il giornalista spagnolo Javier Martínez-Brocal: «Mi hanno provocato un grande dolore: che il giorno del funerale venga pubblicato un libro che mi ha messo sottosopra, raccontando cose che non sono vere, è molto triste». Qui Papa Francesco fa riferimento all’uscita di alcuni libri, in particolare modo quello dell’ex segretario particolare di Benedetto XVI, in concomitanza con la morte del Papa Emerito: «non mi colpisce, nel senso che non mi condiziona. Ma mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato. Il libro è stato pubblicato il giorno del funerale, e l’ho vissuto come una mancanza di nobiltà e di umanità».
L’impressione però è che l’attacco lanciato nuovamente da Papa Francesco “contro” l’ex Prefetto della Casa Pontificia in Vaticano – dimissionato da Bergoglio lo scorso giugno 2023 – celi altri elementi di distanza netta fra lo storico collaboratore di Papa Ratzinger e l’attuale Pontefice: secondo “Il Tempo”, nel suo esilio presso la Diocesi di Friburgo padre Georg avrebbe come subito la “punizione” del Vaticano per diversi segreti e ombre che si sarebbe portato dietro in Germania. La collega del “Tempo” fa riferimento su tutti al presunto “dossier Emanuela Orlandi” commissionato da Gänswein nel 2011 dopo un incontro tra Pietro Orlandi, fratello della 15enne scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983, e Papa Benedetto XVI
PIETRO ORLANDI: “IL FASCICOLO COMMISSIONATO DA PADRE GEORG ESISTE, ECCO COSA SO”
Su quell’incontro, confermato dal Vaticano, la versione di mons. Georg Gänswein è sempre stata che non vi sia alcun dossier specifico sul caso Emanuela Orlandi, semmai vi erano raccolti articoli di giornale e informazioni pubbliche sulle indagine, ma nulla più. Intervistato però da “FqMagazine” Pietro Orlandi, a poche settimane dalla composizione della commissione bicamerale di inchiesta parlamentare sulla scomparsa della sorella, pone diversi “puntini sulle i” in merito al tema “Georg”. In una intervista su La7 mons. Sergio Pagano ha recentemente negato l’esistenza di un fascicolo su Emanuela Orlandi, ma per il fratello si tratta di «enormi falsità»: «Che lui dica che l’unico fascicolo che c’è è quello di Padre Georg per Ratzinger che contiene solo articoli di giornali è assurdo».
Secondo Pietro Orlandi altra falsità è quella riportata nelle scorse settimane sull’incontro con l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, in Vaticano per consultare il presunto dossier con pochi articoli (e che la stessa legale avrebbe reagito con un “Tutto qua?”): «Questa è una falsità e chi ascolta e non conosce bene la storia percepisce che noi familiari abbiamo visto il fascicolo su Emanuela e che sappiamo che non contiene niente e che quindi in Vaticano non hanno nulla. Non è affatto così». Pietro Orlandi racconta ancora al magazine del “Fatto Quotidiano” di aver ricevuto dallo stesso padre Georg nell’incontro del 2011 in Vaticano la conferma dell’esistenza di quel dossier: «non parlava di ritagli di giornali. Lo aveva visto anche Paolo Gabriele, assistente del Papa (l’ex “corvo” di Vatileaks, ndr), lo vide spillato sulla scrivania di Padre Georg e non erano articoli mi disse ma pagine e pagine su cui c’era scritto “Rapporto Emanuela Orlandi”». Da ultimo, il fratello di Emanuela racconta che in quel famoso incontro nel 2011 con Benedetto XVI venne garantito dal Vaticano alla famiglia Orlandi ulteriori ricerche del capo della gendarmeria Domenico Giani sulla sorte della ragazza: «da lì è nato quel fascicolo. La cosa strana è che Diddi disse che queste ricerche lo portarono alla Ior, lui fece richiesta di accesso all’archivio dello Ior ma gli fu negato, ed era capo della gendarmeria». Non solo, una delle “proposte” – sempre secondo Pietro Orlandi – formulate dalla gendarmeria al al procuratore Giancarlo Capaldo che indagò sulla scomparsa di Emanuela, nel 2012, fu «la consegna di questo fascicolo se lui avesse tolto il corpo del capo della Magliana Enrico de Pedis dalla Basilica di Sant’Apollinare allontanando il Vaticano da questo scandalo».
«A proposito di bambini in Vaticano soffriamo ancora tanto per la scomparsa, avvenuta più di quaranta anni fa, di una nostra cittadina, Emanuela Orlandi, che all’epoca aveva 15 anni. Continuo a pregare per lei e per i suoi familiari, in particolare la mamma»: così Papa Francesco commenta il caso di Emanuela nel libro-intervista scritto con il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona. C’è una inchiesta aperta in Vaticano, conclude il Papa, «così che si possa fare luce su questa storia ed emerga la verità. Vicinanza a tutte quelle famiglie che piangono la scomparsa di un proprio caro. Sono accanto a loro». A quelle parole Pietro Orlandi all’Adnkronos commentò in maniera positiva: «parla anche dell’inchiesta che lui ha voluto. Sono un messaggio diretto al promotore di giustizia Diddi e alla stessa Commissione di inchiesta partita ieri. E’ un messaggio di spinta per quelle persone che nel tempo mi hanno detto ‘non posso parlare, c’è il segreto pontificio'”. Un messaggio per “chi sa ma non parla”».