Pietro Orlandi torna sul gesto costato la carriera a Sinead O’Connor e rilancia parole di fuoco contro la Chiesa: in un post condiviso sui suoi canali social, il fratello di Emanuela Orlandi difende l’artista che strappò una foto di Papa Giovanni Paolo II in diretta, durante una performance al Saturday Night Live del 1992, innescando una tempesta mediatica che avrebbe compromesso per sempre il suo percorso nella musica con ripercussioni anche nella sua vita privata. Una storia che ha assunto contorni sempre più vasti finendo per coinvolgere star internazionali come Madonna che, inaspettatamente, si schierò contro la collega contribuendo al coro di feroci critiche dopo quanto andato in onda. A nulla sarebbero valse le scuse e le motivazioni della stella di Nothing Compares to You, ormai precipitata nel vortice del diprezzo da parte di pubblico e volti dello spettacolo.
Oggi Pietro Orlandi, da decenni impegnato in una lotta senza esclusione di colpi contro il silenzio che avvolge il mistero della scomparsa di sua sorella Emanuela Orlandi – cittadina del Vaticano le cui tracce si persero a Roma nel 1983, segnando l’incipit di uno dei casi più sconvolgenti e scottanti della cronaca su scala mondiale -, rispolvera il caso Sinead O’Connor e affida a un messaggio su Instagram e Facebook la sua idea di quanto accaduto. Lo sguardo sempre puntato sul giallo di Emanuela Orlandi e su quanti, finora, avrebbero taciuto sulla sua sorte.
Pietro Orlandi, foto del Papa strappata in diretta: il fratello di Emanuela Orlandi commenta Sinead O’Connor
Il post condiviso poche ore fa da Pietro Orlandi, che rilancia lo storico video della foto di Papa Giovanni Paolo II strappata in diretta tv da Sinead O’Connor, arriva nel momento in cui il caso di Emanuela Orlandi si nutre di nuovo interesse mediatico grazie al documentario Netflix Vatican Girl. Un titolo che dal 20 ottobre 2022 viene diffuso in oltre 100 Paesi nel mondo e che affonda l’occhio nel mistero della 15enne mai ritrovata da quel 22 giugno 1983. Nella docuserie anche la testimonianza di un’amica di Emanuela Orlandi che rivela di aver raccolto una sua confidenza circa presunte attenzioni ricevute “da un prelato” a ridosso della scomparsa.
Pietro Orlandi ha scelto di condividere il suo pensiero sul gesto che, circa 10 anni dopo la sparizione della sorella, costò la carriera a Sinead O’Connor e che la vide strappare una fotografia di Wojtyla sotto gli occhi del mondo, durante una diretta del Saturday Night Live in cui si stava esibendo, per denunciare pubblicamente la Chiesa al grido di “Fight the real enemy“, “Combatti il vero nemico“. “All’apice della sua carriera canora – scrive Pietro Orlandi – fece un gesto che nessuno all’epoca avrebbe avuto il coraggio di compiere. Il mondo chiudeva gli occhi difronte al dilagare degli abusi sessuali della Chiesa sui minori mentre c’era chi, nella persona di Giovanni Paolo II, continuava a salvare e coprire chi quegli abusi li compiva. Ma rappresentanti di Stato, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, dall’alto della loro ipocrisia, la massacrarono per quel gesto distruggendole la carriera. Questa donna, questa grandissima cantante, stava avanti e dimostrò con quel gesto che, a qualunque costo, un’ingiustizia non si può mai accettare passivamente né si può tenere una verità occultata per sempre“.