Pietro Orlandi fratello di Emanuela Orlandi, è stato ospite quest’oggi negli studi di Storie Italiane per parlare del caso riguardante la scomparsa della sorella, sparita nel nulla il 22 giugno del 1983. Pietro non si da pace, ed è convinto che prima o poi la verità verrà a galla: “E’ un’attesa perenne, la speranza non deve mai morire. Sono convinto che prima o poi questa vicenda finirà. Io non riesco ad accettare l’ingiustizia, soprattutto perchè sai che ci sono molte persone che sanno. Sono convinto che quando questa storia finirà saranno poche le persone pulite. Chi è a conoscenza? Il Vaticano – le parole forti di Pietro Orlando rilasciate a Storie Italiane che noi pubblichiamo, ma che ovviamente vanno confermate – Emanuela era una cittadina vaticana, ma faccio anche il nome dell’Italia, visto che le istituzioni italiane hanno manipolato delle prove e lo dico perché ho visto i documenti. Tutto questo non è accettabile”.
PIETRO ORLANDI: “PAPA WOJTYLA VENNE A CASA NOSTRA”
Pietro Orlandi ricorda la visita del Papa poco tempo dopo la scomparsa della sorella: “Papa Wojtyla venne a casa nostra sei mesi dopo la scomparsa e ci disse ‘Esiste il terrorismo internazionale e quello nazionale, e quello di Emanuela è un caso di terrorismo nazionale’. Ci disse che avrebbe fatto quanto umanamente fosse possibile per ritrovare Emanuela ma non ho mai capito bene a cosa si riferisse”. Pietro Orlandi ha aggiunto: “In questi anni ci sono state troppe piste, troppe segnalazioni, con un fondo di verità, ma non c’è stata mai la prova concreta. Dentro al Vaticano sanno esattamente quello che è successo – ha ribadito il fratello di Emanuela – ma nessuno parla. Nel corso di questi 36 anni ho conosciuto moltissime famiglie di gente scomparsa che vivono nel silenzio, noi non abbiamo idea. Forse è anche una questione di carattere, ed è per questo che quando faccio le manifestazioni provo sempre ad alzare la voce”.