Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la ragazza 15enne scomparsa quasi 40 anni fa da Città del Vaticano, è stato ospitato nella piazza de I Fatti Vostri, dove ha parlato della sua lunga battaglia per scoprire la verità dietro ad alla misteriosa sparizione della sorella, mai risolta dagli organi inquirenti. Partendo dalla recente inchiesta, sostiene che “non c’è stata ancora la conferma da parte della Procura, ma è una notizia positiva perché questa collaborazione è mancata per 40 anni“.



Inoltre, Pietro Orlandi è stato anche recentemente ricevuto dal Vaticano, e racconta che “erano anni che chiedevo di poter verbalizzare ed essere convocato, e finalmente è arrivata l’11 aprile. Ho raccontato tutte le cose che volevo raccontare da tantissimo tempo e ho portato anche una memoria scritta con i nomi di 28 persone che secondo me dovrebbero essere ascoltate perché potrebbero avere dei tasselli di verità”. Sul fatto che non hanno fatto quei nomi, Pietro Orlandi spiega che “i promotori di giustizia [e] alcuni organi di stampa che hanno detto cose assurde dicendo che l’inchiesta si rallentava a causa nostra perché rifiutavamo di fare i nomi, di collaborare, quando sono stato io a fare tutti quei nomi”.



Pietro Orlandi: “Su Giovanni Paolo II sono stato frainteso”

Passando oltre, Pietro Orlandi spiega che “l’audio dell’ex della Magliana girava da diversi mesi e siccome c’era stata quella convocazione e nell’audio si fa il nome di Emanuela, ho ritenuto portarlo davanti al promotore. Marcello Neroni dice delle cose pesanti in quell’audio, fa delle offese pesanti anche a Giovanni Paolo II, e qualcuno ha addossato a me quelle offese”. Tuttavia, spiega che “io non volevo offendere nessuno”.

Similmente, spiega ancora Pietro Orlandi, “quando ho detto che papa Giovanni Paolo II non andava certamente a benedire le case, l’ho detto perché nell’elenco che ho fatto al promotore di giustizia ho incluso anche due amici stretti del papa, dicendo che tutti sapevano che lui usciva la sera, di nascosto, e il problema è nato da lì. Hanno detto che mi sono rifiutato di fare il nome della persona che mi ha detto questa cose”. Racconta, però, che “l’ho letta dalla stessa persona che per primo mi ha criticato, il suo segretario particolare, che l’ha scritto nel suo libro del 2007”. Chiudendo sulla lettera di minaccia ricevuta recentemente da sua madre, Pietro Orlandi spiega che “non è la prima che mi arriva, ma mi è dispiaciuta perché è stata lasciata a mia madre. Si fanno accuse nei miei confronti e per fortuna mia madre non l’ha letta perché non avrebbe capito questo accanimento. Non ne so il motivo, ma l’ha letta anche una grafologa che dice che è scritta da una persona che è abituata a comandare, quindi penso provenga dall’interno“.