Il Mostro di Firenze era veramente Pietro Pacciani?

Un particolare caso di cronaca nera ha per lunghi anni terrorizzato l’Italia, lasciandone echi che si sentono ancora oggi. Parlando del famigerato ed efferato Mostro di Firenze, o di Pietro Pacciani, non c’è nessuno che non l’abbia sentito nominare almeno una volta, fu il primo caso di omicidi seriali nel nostro territorio e la paura si diffuse piuttosto velocemente a Firenze. L’intera vicenda verrà ripercorsa nella puntata serale dal programma Tutta la verità, in onda sul NOVE.



La vicenda avvenne tra il 1968 e il 1985 quando nelle campagne di Firenze vennero ritrovati in diversi momenti 16 cadaveri. Per l’esattezza 8 coppie di ragazzi, tutti appartati a cercare intimità in posti poco frequentati, spesso bui. Gli omicidi vennero ricollegati solo in un secondo momento ed oltre al modus operandi, in comune avevano anche l’arma del delitto. Per l’esattezza una pistola calibro 22, con una H marcata sul fondello, stando alle indagini dell’FBI, che però non fu mai ritrovata. Poi c’era anche il fatto che, dal terzo omicidio in poi, le vittime donne del Mostro di Firenze venivano ritrovate sempre con una qualche mutilazione, spesso al pube o al seno sinistro. Le indagini furono lunghe e complesse, e condussero ad una persona: Pietro Pacciani. Assieme a lui, furono ritenuti colpevoli anche i famigerati “compagni di merende”, Mario Vanni e Giancarlo Lotti (quest’ultimo l’unico ad aver confessato alcuni omicidi).



Pietro Pacciani: l’uomo dietro al Mostro di Firenze

Il nome di Pietro Pacciani come possibile Mostro di Firenze iniziò a farsi strada piuttosto presto negli inquirenti, anche forti di alcuni identikit raccolti negli anni e che indicavano in Pacciani tra le persone che avevano le caratteristiche per essere il killer. Nel 1991 i riflettori si puntarono tutti su di lui, che in quel momento era già in carcere per via di alcune violenze nei confronti delle figlie. Figlio di contadini, ex partigiano e mangiafuoco alle fiere, è sempre stato descritto come un uomo collerico, cattivo e depravato.



I precedenti di Pietro Pacciani erano importanti e contribuirono a far pensare che potesse essere lui il Mostro di Firenze. A soli 26 anni, nel 1951, Pacciani sorprese la sua fidanzata quindicenne in atteggiamenti intimi con un uomo di 41 anni, che da lì a poco sarebbe stato accoltellato dallo stesso Pietro Pacciani che avrebbe poi costretto la fidanzata ad avere un rapporto sessuale vicino al cadavere. Ma un dettaglio fu più importante degli altri, durante il processo disse che perse la collera quando vide la fidanzata denudarsi il seno sinistro per l’uomo, lo stesso che il Mostro aveva asportato in alcune situazioni alle vittime.

Ma non era tutto, contro Pietro Pacciani gravava anche la nomea che si era guadagnato in paese di uomo violento, litigioso e prepotente, una persona che in molti avevano paura anche solo ad incrociare in strada. La stessa persona che, secondo un articolo di Repubblica, aveva anche mandato in ospedale un guardiacaccia colpendolo a calci e palate. A tutto questo si aggiunsero anche le testimonianze e le denunce della moglie e delle figlie, picchiate, violentate e tenute segregate in casa, oltre che trattate da animali.

Pietro Pacciani: il processo

Insomma, per gli inquirenti non c’era quasi alcun dubbio che Pietro Pacciani potesse essere il Mostro di Firenze, colpevole degli 8 duplici omicidi che lo portarono in tribunale. Altri piccoli dettagli convinsero gli inquirenti della sua colpevolezza, primo fra tutti il fatto che scrivesse “Repubblica” con una sola “b”, esattamente come nella lettera che fu inviata nel 1985 dal Mostro. In casa sua furono trovati alcuni ritagli di giornale che parlavano degli omicidi, aveva legami con i luoghi in cui il Mostro operò. Il 19 aprile 1994 si tenne il primo processo contro Pietro Pacciani, accusato di 16 omicidi, che si concluderà il 1 novembre dello stesso anno con la condanna all’ergastolo per l’uomo.

Durante il processo venne a galla tutta la scia di violenza che aveva perpetrato per anni alla moglie e alle due figlie, mentre lui in tribunale si mostra come una persona calma e pacata, un uomo per bene dedito alla terra e alla sua passione, l’arte e le poesie. A poco valse la sceneggiata per impietosire l’accusa o il giudice. Il 13 febbraio del 1996, però, Pietro Pacciani venne assolto e scarcerato per via di alcuni vizi del processo iniziale. La cassazione il 12 dicembre annullerà l’assoluzione, chiedendo un nuovo processo a Pietro Pacciani. L’uomo, però, non poté mai presentarsi davanti al giudice per il processo Bis perché il 22 febbraio 1998 Pacciani venne trovato morto nella sua abitazione, mezzo nudo e con massicce dosi di farmaci nel sangue.

Negli anni, comunque, anche per via del fatto che non fu mai veramente celebrato il secondo processo a Pietro Pacciani, si è creata e permea una certa aura di mistero attorno alla figura del Mostro di Firenze. Alcuni sono convinti che sia stato lui il colpevole, altri ne dubitano, ma ciò che è certo è che la completa verità dietro al più efferato killer italiano non verrà mai fuori completamente.