Pietro Puzone è diventato un clochard, “versa in condizioni disumane e probabilmente è malato”: questo appello è giunto a La Radiazza, trasmissione condotta da Gianni Simioli su Radio Marte, da parte di un radioascoltatore che ha riconosciuto l’ex calciatore del Napoli su una panchina di un parco ad Acerra. Nel messaggio si diceva anche come nessuno fosse intervenuto per aiutare Pietro, nonostante anche gli appelli al sindaco; il primo cittadino stesso, Raffele Lettieri, è stato allora contattato in trasmissione e detto che in realtà non è vero, lui stesso a maggio (in piena emergenza Coronavirus) lo aveva notato insieme ad altre due persone che versavano in condizioni simili. “Solo una di loro ha accettato di essere aiutata, con Pietro siamo riusciti un paio di volte a fargli fare una doccia e a fargli indossare vestiti puliti”. Al Sert però il colloquio con i dottori non è andato bene; ora, stando a quanto ha ricostruito Fanpage, l’ex calciatore potrà entrare in comunità per iniziare la cura, e dunque ha degli amici che si stanno interessando alla vicenda.
LA STORIA DI PIETRO PUZONE
“Sarebbe utile che personaggi che hanno vissuto con lui l’epoca del Napoli di Maradona lo agganciassero e facessero da stimolo per fargli capire che lui è ancora qualcuno” ha poi detto il sindaco di Acerra; già perché Pietro Puzone, nato proprio nel comune in provincia di Napoli, ha fatto parte della rosa partenopea che nel 1987 ha festeggiato il primo, storico scudetto sotto il segno di Diego Armando Maradona. Di lui si ricordano in pochi: aveva 24 anni quando arrivò il tricolore, una manciata di apparizioni in Serie A (con gli azzurri) e prestiti a Cavese, Akragas e Catania per farsi le ossa. Era un’ala, come ancora usava chiamare il ruolo; in quel magico 1986-1987 però non mise mai piede in campo, nonostante la stagione precedente avesse fatto molto bene tra le fila degli etnei. Pure, di lui si è sempre raccontato di un rapporto privilegiato con il Pibe de Oro: nelle fotografie dell’epoca lo si vede spesso al fianco del Diez in momenti di esultanza o tristezza, è lui per esempio a consolarlo dopo il rigore sbagliato contro il Tolosa, costato l’eliminazione dalla Coppa Uefa.
Fa certamente molta tristezza parlare oggi in questi termini di Pietro Puzone, ma non si tratta certamente del primo ex atleta a ridursi in questo modo. Negli Stati Uniti ha fatto scalpore ad esempio la vicenda di Delonte West, ex giocatore della NBA che anche a causa di una malattia è stato visto e ripreso ai bordi di una strada o addirittura picchiato nel mezzo di una carreggiata, tra le auto che passavano. Puzone ha smesso di giocare davvero presto: aveva solo 27 anni, dopo una stagione allo Spezia si riavvicinò a casa chiudendo nell’Ischia Isolaverde. Quando ebbe bisogno di un’operazione chirurgica, ad Acerra venne organizzata una partita benefica per raccogliere fondi; poco tempo fa su Wikipedia era comparsa la notizia della sua morte, poi prontamente rimossa. Pietro Puzone è vivo ma, come ha detto il sindaco di Acerra e il radioascoltatore di cui abbiamo parlato, ha bisogno di aiuto e speriamo ci sia qualcuno in grado di darglielo per farlo uscire da questa brutta situazione.