A Zona Bianca si è parlato di legittima difesa e si è tornati a trattare il caso di Pietro Raccagni, macellaio bresciano ucciso in casa durante una rapina nel 2014. La moglie, Federica Raccagni, è stato ospite del programma in diretta su Rete Quattro ed ha spiegato chiaramente che probabilmente se fossero stati armati il marito sarebbe ancora vivo: “Io l’ho sempre detto, se avessimo avuto un’arma in casa forse non sarebbe successo così. Non ci siamo alzati di soprassalto e la mente, quando tu subisci una rapina… io a otto anni ho ancora tanta rabbia dentro, otto anni dopo ho ancora tanta rabbia dentro perchè noi non siamo stati capaci a difenderci”.



Quindi la vedova di Pietro Raccagni ha proseguito nel suo racconto: “Mio marito… ci siamo svegliati di soprassalto e la mente non è lucida quando ti trovi quattro persone incappucciate in casa. Hai due figli in casa da difendere, non abbiamo alzato una mano, ci siamo limitati ad urlare. Abbiamo avuto paura, io ho avvertito un pericolo, una paura… adesso penso che nessuno di questi gioiellieri e di queste persone abbiano avuto piacere ad uccidere – ha proseguito riferendosi agli altri esercenti che sono stati rapinati e che hanno risposto con la difesa – ma è l’unica cosa che puoi fare, perchè loro l’hanno ucciso con una bottigliata in testa, potevano scappare e non sono scappati, hanno voluto portare a termine la loro rapina e l’hanno ucciso senza scrupoli davanti ai nostri occhi”.



PIETRO RACCAGNA, PARLA LA VEDOVA FEDERICA: “NON C’E’ SICUREZZA”

Poi la vedova di Pietro Raccagni ha concluso: “Quindi in questo caso cosa fai? Sicurezza non ne abbiamo perchè abbiamo una caserma so con 8 carabinieri su 40 paesi… avevamo allarmi, luci, avevamo tutto In questo caso cosa facciamo? Con cosa potevamo difenderci? Se avessimo avuto una pistola forse potevamo sparare in aria, forse avremmo sparato a loro però secondo me un ladro deve essere consapevole ed entra in una casa incappucciato non può più uscire o può succedere di tutto”.

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