Figlio di Gianni Morandi, Pietro Tredici ha iniziato la sua avventura nel mondo della musica ma totalmente differente da quella del padre: il giovane ha scelto la strada del rap ed ha deciso di intraprenderla con un nome d’arte. «Mi chiamo ‘Tredici’ perché è in onore del mio storico gruppo di amici, quelli del mio paese (San Lazzaro, vicino Bologna, ndr). Eravamo e siamo in 13, è un modo per portarmeli dietro ovunque vada», spiega Pietro a Il Giornale, che sottolinea: «Però devo dire che non li ho inclusi molto all’inizio nei miei progetti. Invece da quando ho iniziato a farmi notare all’interno della scena e hanno sentito le prime canzoni mi prendono più sul serio. Papà Gianni approva? L’ha ascoltato tutto il mio disco, riconosce la mia dimensione artistica e rispetta la mia scelta». E rivela: «Non sono mai stato abituato a spendere, non sono solito portare vestiti e gioielli costosi, ma è anche vero che per ora i soldi guadagnati non sono molti. Vivo ancora coi miei, ai quali chiedo il minimo indispensabile, e sto cercando di rendermi completamente indipendente attraverso la mia musica».



“I FIGLI ‘DI’ NON SONO PARTICOLARMENTE BEN ACCETTI”

Pietro Tredici poi spiega: «Assurdo il mio ultimo anno un ciclo di eventi che non erano previsti. Diciamo che un ‘figlio di’ all’interno della scena rap non sta tanto bene, deve farsi spazio in un ambiente da cui non è particolarmente ben accetto, non sempre il benvenuto. Ma è assurdo come invece io stia trovando il modo di farmi sentire e la musica stia ricevendo ciò che merita, secondo me». E ricorda: «Ho iniziato a scrivere a 11/12 anni. Non erano canzoni, ero più vicino alla poesia. Dopo avere comprato il mio primo disco rap però ho iniziato subito a cimentarmi e piano piano sono uscite le prime canzoni. Nel 2014 ho iniziato a pubblicare musica, ma pochi mi seguivano… Ci è voluto un po’ per pubblicare poi video musicali, il primo è di giugno 2018».

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