Pif e il futuro che lo inquieta: “C’è sempre qualcuno che viene sfruttato e non tutelato”
C’è anche Pif tra i protagonisti di Da Noi a Ruota libera, nella puntata di oggi, domenica 8 gennaio. Il famoso presentatore e comico televisivo ci ha regalato grande leggerezza nel corso degli ultimi anni, ma anche importanti denunce sociali ed inchieste degne di nota. Il regista palermitano è infatti sempre molto attento a quel che gli accade intorno e non si tira mai indietro dall’analisi di quella che è l’attuale società, per certi versi sempre più decadente e in declino. Un tema, quello della decadenza e del depauperamento culturale, molto caro a Pif, come dimostrano alcuni dei suoi ultimi film.
E’ il caso, ad esempio, di “E noi come stronzi rimanemmo a guardare”, una pellicola che parla del mondo delle distribuzioni a domicilio, partendo dall’odissea di un rider, nel film interpretato da un brillante Fabio De Luigi. Tra orari impossibili e zero tutele, Pif ha raccontato l’altro lato della medaglia di questo mondo in cui il “tutto e subito” è molto attraente. “La verità è che quando un prodotto è molto comodo, o costa molto poco, c’è sempre qualcuno che viene sottopagato, sfruttato, non tutelato. Come chi consegna le pizze”, ha spiegato in una intervista di qualche mese fa riportata da informatorecoopfi.it.
La denuncia di Pif: “La comodità e il low cost hanno un prezzo”
“Ho anche immaginato dei voli low low cost, che costano pochissimo ma dove per metà del tempo devi cedere il tuo posto a sedere e viaggiare in piedi. Se ci siamo abituati ad avere tutto con un clic? È un’era che ci ha viziati: ci siamo abituati ad avere tutto e subito. Ma tutto questo ha un prezzo”, ha dichiarato Pif, senza nascondere la sua amarezza ed il suo sdegno per questa ‘evoluzione’ non priva di conseguenza.
Insomma al regista palermitano non mancano le preoccupazioni per il futuro, al momento oscuro e privo di prospettive, specialmente per le nuove generazioni: “Come padre di una bimba di due anni, il futuro mi preoccupa molto”, ha spiegato Pif. “Soprattutto penso che dovremmo pretendere come minimo baluardo sociale una legislazione che protegga tutti i lavoratori. Oggi facciamo festa se qualche azienda di consegne decide di concedere l’assicurazione sul lavoro ai suoi dipendenti: invece quello è il minimo. Non si può andare sotto certi parametri”.