Dopo l’allarme “avanzato” da alcuni componenti del Cts sulla possibilità di rinvio delle Elezioni Regionali in caso di aumento dei contagi, il Governo ha ribadito che l’election day 20-21 settembre non è in discussione, anche se restano i dubbi con l’emergenza di nuovi casi in questi ultimi giorni rilanciata dai media e alcuni Presidenti di Regione. Oggi su La Verità l’intellettuale liberale e giornalista del Corriere della Sera Pierluigi Battista reagisce con forza all’idea di un nuovo rinvio del voto, criticando non poco l’impianto della gestione Covid-19 del Governo Conte: «È un governo che si regge sulla paura. Se davvero rinviano le elezioni, prepariamoci alla guerra civile». L’emergenza senza una vera scadenza (al momento è fissata al 15 ottobre ma in queste condizioni quasi certamente verrà prorogata ulteriormente) per la firma storica del CoriSera è l’ennesima riprova che l’Italia ad oggi è governata da «professionisti dell’antivirus» (parafrasando alla lontana il detto di Sciascia sull’antimafia): spiega il giornalista, «si tratta del mandarinato di burocrati che da mesi fornisce indicazioni contraddittorie e pericolose». Gli esempi sono innumerevoli e Battista non ha fatica nell’elencarli: «hanno detto che la mascherina non serviva. Hanno inveito contro il Veneto perché faceva i tamponi agli asintomatici. Oggi dovrebbero mantenere un minimo di garbato silenzio».
PIGI BATTISTA “GOVERNO CONTE SI REGGE SULLA PAURA”
Dai 150mila ricoverati in terapie intensive di giugno fino al «l’emergenza ritorna» di questi giorni, secondo Battista questi «sommi sacerdoti della chiusura» sono dei sostanziali «imbroglioni. Abbiamo a che fare con persone lugubri che insistono con la politica della paura, a dispetto dei dati». Prima di passare per un altro presunto “negazionista” del Covid-19, Battista chiarisce bene il suo giudizio sul Covid-19: «Il lockdown è stato assolutamente necessario, ed è giusto continuare a prestare attenzione. Riaprire le discoteche, per esempio, è stata una scemenza. Ma la mia domanda è un’altra: perché nessuno si è davvero occupato della fase due? Perché oltre a spargere terrore, non spargono proposte». E così dalla scuola ai mezzi pubblici, dai medici territoriali agli stessi tamponi, le soluzioni non ci sono e con un rialzo dei contagi sembra di essere tornati ai primi mesi della pandemia: per tutti questi punti, spiega Battista, è allucinante che tali esperti siano «in perfetta sintonia con un governo frutto di una combinazione di Palazzo. Lo stesso governo Conte si regge sulla paura, vi trova legittimazione. Altrimenti non resterebbe in piedi un minuto di più». Per non equivocare sulle possibili interpretazioni, Battista si fa ancora più chiaro sempre con La Verità: «Governo di concerto con il Cts alimenta la paura? Ma certo. Se Zangrillo viene attaccato non è certo per via d’una disputa scientifica. Se venisse meno il messaggio quotidiano che alimenta l’ansia, gli impresari della paura non saprebbero più chi sono». In questo senso la gaffe-caso Ricciardi di qualche giorno fa (quando disse che erano a rischio scuola ed elezioni, salvo poi smentire se stesso) è “illuminante” per il giornalista liberale: «è il sintomo di una tentazione, e da liberale la vedo molto male. A furia di separare l’idea del governo dall’idea del voto, si sta creando un vuoto di fiducia nei confronti della democrazia». Un conto è l’emergenza, un’altro conto è che tale emergenza non finisce mai e diventa essa stessa programma politico: «Se davvero saltassero le prossime elezioni, prepariamoci alla guerra civile. La situazione sarebbe insostenibile». L’obiettivo del Governo, chiosa Battista, è quello di proseguire per poter arrivare al voto per il prossimo inquilino del Quirinale (febbraio 2022, ndr): la palla deve averla in mano il Centrodestra, secondo il giornalista, per evitare questo rischio «devono fare un controprogramma, Un elenco dettagliato di quello che hanno intenzione di fare. Infrastrutture, sanità, scuola, cultura, lavoro. Non dev’essere un carteggio vago, ma una cosa da ragionieri, fatta di numeri. Del resto, gli economisti da quelle parti non mancano. Il centrodestra mostrerebbe comunque al Paese di saper governare. Meglio di quelli che sono oggi al timone».