Entro due o tre settimane i governi che hanno bloccato la circolazione delle persone per tenere il contagio entro le capacità di gestione medica dovranno necessariamente rimuovere le restrizioni perché l’economia non può reggerle più a lungo. Pertanto si apre un periodo dove le attività dovranno convivere con il rischio epidemiologico, fino al vaccino. Il più della ricerca medica, infatti, avverte che il virus resterà in circolazione. Quanto rischio potrà essere preso?



Dipende dalla capacità dei governi, del sistema produttivo e degli attori commerciali, nonché della popolazione, di gestirlo. Scenario ottimale: ogni percorso lavorativo e di interazione commerciale è organizzato da prassi di sicurezza; ogni cittadino ha chiaro cosa fare per minimizzare il rischio di contagio, proprio e di altri, e dove poter trovare a poca distanza, avvertendo con messaggio, un presidio medico capace di diagnostica rapida e che lo indirizzi, in caso, verso quarantene o terapie, in un contesto di servizi dedicati al sostegno suo e della famiglia.



Gli Stati che sapranno fare questo avranno un minor rischio di depressione economica perché il loro mercato interno potrà ripartire con rapidità nonché mantenere una certa quantità di export man mano che il mondo riapre. Gli Stati meno capaci, invece, subiranno uno shock economico devastante. L’Italia ha un punteggio medio-basso di capacità organizzativa nella classifica tra nazioni comparabili – per difetti “in alto” e non certo degli operatori “in basso” -, mentre la Germania ha il più elevato. Inoltre, soffre limiti di indebitamento per generare risorse finanziarie d’emergenza. Quindi, più di altre nazioni, l’Italia ha bisogno sia di far ripartire il prima possibile l’economia, sia di distribuire ai privati più responsabilità per prendere precauzioni adeguate. Ma il Governo appare dubitare delle capacità di autogestione della popolazione e delle imprese e tende a riaprire il sistema troppo lentamente.



Chi scrive, invece, sta osservando che nella gente prevale l’autodisciplina e che gli attori economici micro e macro sono pronti ad applicare requisiti di sicurezza. Pertanto invita il Governo, oltre a decidersi di schierare le forze armate per il presidio medico diffuso del territorio, a fidarsi di più degli italiani.

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