Il mercato del lavoro, non solo in Italia, sta cambiando molto negli ultimi anni. Nel nostro Paese, tuttavia, continua a permanere un mismatch tra domanda e offerta che lascia molte imprese prive delle figure professionali di cui avrebbe bisogno e che sono cruciali per il loro sviluppo. Anche di questo si parlerà oggi al Meeting di Rimini nell’incontro dal titolo “Il primo capitale dell’impresa è la persona”, cui parteciperà anche Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.
Per la sua esperienza e per quella della vostra banca nel valorizzare le imprese, cosa significa l’affermazione contenuta nel titolo dell’incontro cui partecipa al Meeting?
Sostegno agli investimenti e valorizzazione del capitale umano sono le leve fondamentali per rafforzare strutturalmente la crescita e la competitività delle nostre imprese e del sistema Paese. Disegnare politiche di sviluppo che vedano tra gli interventi strategici quelli in formazione e attenzione al capitale umano è fondamentale in questo momento storico caratterizzato dalla rapidità con cui evolvono le tecnologie e il conseguente fabbisogno di competenze. Si tratta di un percorso su cui occorre muoversi in maniera coordinata con un mix articolato di azioni da parte di tutti gli attori del tessuto socio-economico italiano, tema appunto al centro dell’incontro odierno al Meeting.
Che ruolo può avere la formazione, lungo tutto l’arco dell’età lavorativa, per raggiungere questo obiettivo? Occorrerebbe incentivare le imprese a investirvi?
Occorre incentivare, a livello Paese, tutte quelle misure volte a rispondere al mismatch tra domanda e offerta di lavoro, invertire il saldo migratorio negativo dei laureati italiani e garantire una formazione costante durante tutta la vita professionale. Senza dimenticare che scontiamo anche una quota di laureati inferiore alla media europea, soprattutto nelle discipline scientifiche. Tutti questi fattori vincolano la crescita, ma se adeguatamente affrontati rappresenteranno una straordinaria opportunità per la competitività, l’economia e la società italiana. Da parte nostra siamo impegnati a favorire gli investimenti strategici delle imprese e, parallelamente, quelli volti a incrementare le competenze necessarie ad accompagnare le trasformazioni in atto, sia sostenendo gli interventi delle imprese in tal senso, sia i percorsi formativi dei giovani. Negli ultimi 5 anni 30.000 studenti hanno realizzato i loro obiettivi formativi grazie al nostro prestito d’onore Per Merito, che non richiede garanzie per i giovani o le famiglie se non l’essere in regola con il percorso di studi, per oltre 400 milioni di euro erogati.
Quali sono i settori meglio avviati su questa strada?
Lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro è evidente nelle difficoltà a trovare profili adeguati sia nei settori ad alta tecnologia, sia in quelli più tradizionali, a fronte della presenza nel nostro Paese di una forza lavoro inutilizzata pari a circa 4,2 milioni di persone. La quota di imprese italiane che fornisce percorsi di formazione è in linea con la media europea ma inferiore a Germania e Francia, un ritardo che si accentua soprattutto guardando alle imprese più piccole. Ma è una sfida che l’economia italiana può vincere, come evidente anche dai risultati ottenuti negli ultimi anni sia in settori specializzati ad alto potenziale di sviluppo come farmaceutica, biomedicale e Space Economy, sia per l’alta competitività mantenuta nei nostri settori storici di specializzazione come meccanica, agro-alimentare, moda e sistema casa.
Investire nel capitale umano vuol dire anche aumentare la capacità di innovazione delle imprese. Ci può dire, nella vostra esperienza di banca, cosa significa essere innovativi?
Dalle analisi del nostro Research Department emerge come le imprese che hanno investito in tecnologie 4.0 e relativa formazione degli addetti, tra il 2019 e il 2022 hanno registrato una crescita del fatturato doppia rispetto alle altre e un balzo della produttività. Allo stesso modo potranno ora essere importanti i crediti di imposta di Transizione 5.0, ma sarà fondamentale fornire alle imprese un supporto consulenziale adeguato soprattutto a quelle più piccole e meno strutturate. Con il programma “Il tuo futuro è la nostra impresa” abbiamo messo a disposizione 120 miliardi di euro fino al 2026 per la progettualità delle PMI e micro-aziende italiane su ambiti prioritari tra cui, appunto, Transizione 5.0 e progresso digitale, consapevoli che le imprese che investono oggi si ritaglieranno un importante vantaggio competitivo nel prossimo futuro.
In un settore come quello bancario, dove la tecnologia avanza e si razionalizzano gli sportelli sul territorio, può avere ancora spazio la persona?
Le evoluzioni che cita sono in atto appunto tenendo al centro la persona, sia intesa come cliente, sia in termini di capitale umano all’interno del Gruppo. Con l’affermarsi delle nuove tecnologie la componente umana in banca, dove siamo chiamati a dare e ricevere fiducia, avrà sempre più importanza. Le opportunità dell’evoluzione tecnologica, IA compresa, sono in continua evoluzione, ma sono e continueranno a essere le persone a fare la differenza. Il modello di servizio di Intesa Sanpaolo è omnicanale, affianca alla filiale tradizionale una serie di alternative per la clientela che può scegliere quella più opportuna in base alle proprie esigenze: aree self, filiale digitale che risponde ai clienti anche nel weekend e festivi, Internet Banking, App e circuito Mooney. Già oggi oltre il 90% della nostra clientela è multicanale e svolge in autonomia la maggior parte delle operazioni di routine e acquista online i prodotti bancari di interesse.
Cos’ha di diverso Isybank, la vostra banca digitale, da analoghi strumenti delle altre banche?
Senza dubbio proprio il tocco umano di una banca completamente digitale unica nel suo genere che a un anno dalla sua nascita ha già un’offerta tra le più complete nel panorama delle fintech, inserita nel contesto di un grande Gruppo con la solidità, le risorse, l’esperienza, la gamma di prodotti e servizi che questa può garantire. Il modello di servizio di Isybank non prevede la filiale tradizionale, ma a differenza di altre banche digitali il cliente ha a disposizione la nostra filiale digitale costituita da circa 3.000 gestori, pronti ad assistere la clientela in ogni momento della giornata, weekend e festivi compresi.
Dal suo osservatorio privilegiato, come vede la situazione dell’economia italiana, delle famiglie e delle imprese del nostro Paese?
Ci sono delle incertezze a livello globale, innestate soprattutto dai conflitti in corso, ma l’Italia è un punto di forza nell’economia europea con fondamentali forti e una riconosciuta affidabilità. La nostra economia può vantare la capacità di adattarsi e fornire risposte in maniera rapida grazie alla reattività delle imprese italiane, al gran numero di piccole e medie imprese e a un sistema di distretti industriali e filiere corte ramificate a livello locale. In questo contesto Intesa Sanpaolo è un’istituzione al servizio del Paese e nel primo semestre di quest’anno, che ci vede ai vertici del settore in Europa, le erogazioni a medio lungo termine hanno superato i 20 miliardi di euro. Un ruolo di rilevanza unico nel nostro Paese a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva, in cui rientra anche il programma di coesione sociale cui abbiamo destinato 1,5 miliardi entro il 2027.
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