Buone notizie per quanto riguarda l’economia dell’Italia e il Pil. I dati effettivi hanno superato le previsioni degli analisti e si stanno rivelando migliore rispetto ad altri big europei come Francia e Germania. In questi primi tre mesi dell’anno 2023, il Prodotto Interno Lordo del nostro Paese è cresciuto dello 0.5 per cento, con l’Italia che è stata la seconda nazione dell’Eurozona con la crescita maggiore solo dietro al Portogallo a quota 1,6 per cento, ma davanti, come detto sopra, a Francia, Germania e tutti gli altri. Addirittura alcune nazioni hanno registrato un segno negativo come ad esempio l’Irlanda a quota -2,7 per cento o l’Austria a -0,3.



Il ministro dell’economia il leghista Giancarlo Giorgetti, ha commentato dicendo: “L’ambizione responsabile paga. Alle illazioni rispondono i fatti”, come si legge su La Stampa, mentre l’Istat ha aggiunto: “L’economia italiana nel primo trimestre del 2023 registra una crescita dello 0,5% in termini congiunturali e dell’1,8% in termini tendenziali. La stima preliminare, che ha come sempre natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta una crescita sia del comparto industriale, sia di quello dei servizi, mentre il settore primario registra una stazionarietà. Dopo la lieve flessione congiunturale dell’ultimo trimestre del 2022, la ripresa di inizio 2023 prospetta un tasso di crescita acquisito per il 2023 stimato allo 0,8%”.



PIL ITALIA, IL COMMENTO DI MELONI E ALBANO

Il sottosegretario all’Economia e Finanze Lucia Albano, ha spiegato: “Le stime del Pil in riferimento al primo trimestre 2023 sono il risultato del lavoro serio e responsabile di questo governo. La buona politica porta buoni frutti”, mentre il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha parlato di dato che “sprona il nostro governo a far ancora di più per sostenere chi produce ricchezza nella nostra nazione. C’è una ripresa dell’ottimismo, non si può sempre fare il Tafazzi di turno”, le sue parole giunte da Londra nelle scorse ore. Sicuramente un dato positivo in vista del futuro prossimo quando la crescita dovrebbe essere ancora maggiore, favorita dall’utilizzo dei fondi del Pnrr.

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