“Meno si parla di etica da parte dell’Aifa, un’agenzia di carattere tecnico scientifico, meglio è”. A lanciare l’attacco all’Agenzia italiana del farmaco è Francesco D’Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale per la bioetica. In un’intervista rilasciata a La Verità ha commentato la decisione di far cadere l’obbligo della prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo anche per le minorenni. Il suo invito alla prudenza è anche dettato dal fatto che c’è un Comitato nazionale di bioetica. D’Agostino è poi entrato nel merito della decisione. “La ricetta non dovrebbe garantire l’eticità del farmaco bensì la relativa innocuità delle sostanze che lo compongono”, ha spiegato a Patrizia Floder Reitter. Secondo il presidente emerito del Comitato nazionale per la bioetica la pillola dei 5 giorni dopo “spinge le ragazze a comportamenti sessuali pericolosi e le carica della responsabilità della contraccezione”, mentre invece dovrebbe essere condivisa nella coppia. “Il profilattico maschile è ancor oggi la tecnica meno invasiva eppure il consumo è in calo”. Ma c’è un altro problema: “Accanto al rischio biologico di quella pillola andrebbe valutato il rischio di abortire, cui potrebbero andare incontro le adolescenti”.
PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO, D’AGOSTINO SU LEGGE 194
A proposito della legge 194, Francesco D’Agostino, che è anche membro della Pontifica accademia per la vita, ha ricordato che “non garantisce un diritto all’aborto”. Nell’intervista rilasciata a La Verità ha spiegato che “non è vero che consente ad ogni donna di abortire”, in quanto c’è una procedura da seguire. E fa riferimento all’articolo 1 della legge, nel quale si afferma che lo Stato “tutela la vita umana dal suo inizio”. Quindi, la legge 194 dovrebbe in realtà “giustificare una proibizione all’aborto, quando la donna che ne fa richiesta non motiva adeguatamente le sue ragioni di salute fisica o psichica e non ne discute con un medico”. Da qui la convinzione che questa legge sia stata interpretata “in chiave completamente libertaria”. A tal proposito, ha attaccato il Parlamento che, “in cattiva coscienza, non ha mai provveduto a ritoccare la 194”. Ma “la maggior parte degli aborti sono futili perché potrebbero essere evitati”, ma non viene fatto nulla né dal punto di vista politici che culturale. “La battaglia in difesa della vita oggi è purtroppo di assoluta retroguardia”, ha concluso D’Agostino.