LA QUINTA CORTE D’APPELLO USA REINSERISCE LE RESTRIZIONI SULLA PILLOLA ABORTIVA

La battaglia sull’aborto negli Stati Uniti è tutt’altro che conclusa: la quinta corte d’appello Usa ha infatti approvato il 16 agosto una nuova sentenza sul caso mosso dalla Alliance for Hippocratic Medicine contro la Food and Drug Administration (Ahm vs Fda) in merito al destino della pillola abortiva (la RU486 o mifepristone). Il Tribunale Usa non ha vietato la pillola abortiva bensì ha stabilito che l’agenzia del farmaco americana – Fda per l’appunto – ripristini le restrizioni in vigore prima del 2016, in particolare vietando l’aborto “per corrispondenza”, ovvero la somministrazione di farmaci abortivi prescritti per posta o con la telemedicina.



Nell’allentare 7 anni fa le sue restrizioni sulla pillola abortiva mifepristone, la 5th Circuit Court ha affermato che la FDA «non ha affrontato diverse importanti preoccupazioni sulla sicurezza del farmaco per le donne che lo usano». Non solo, il Tribunale federale ha affermato che la Fda non è riuscita a considerare l’effetto comulativo della rimozione di diverse garanzie fino al 2016 importanti, e anche a «raccogliere prove che dimostrassero affermativamente che il mifepristone poteva essere usato in sicurezza senza essere prescritto e dispensato di persona». Tutte le varianti della pillola abortiva in Usa, come il Mifeprex e il mifepristone generico, rimarranno disponibili su tutto il territorio in farmacia «con le restrizioni di sicurezza in vigore prima del 2016».



ABORTO PER CORRISPONDENZA, PROLIFE: “FDA HA IGNORATO LA SCIENZA”

Dopo la storica sentenza della Corte Suprema Usa nel luglio 2022 che di fatto ha ricordato come l’aborto non sia un diritto costituzionale e vada invece normato dai singoli Stati a livello federale, lo scontro politico e culturale negli Stati Uniti si è acceso portando il tema dell’’interruzione di gravidanza come uno dei più “caldi” anche nelle prossime Elezioni Presidenziali 2024. Con il Presidente uscente Joe Biden che ancora lo scorso aprile tuonava contro le sentenze degli Stati Repubblicani che hanno limitato aborto e fruizione della pillola abortiva: «Per decisione della Corte Suprema il mifepristone resta disponibile e riconosciuto come sicuro. Noi continueremo questa battaglia nei tribunali», ha sentenziato il leader Dem plaudendo alla sentenza della Corte Suprema che ha confermato il diritto all’accesso della pillola, mentre solo pochi mesi prima la bocciava per avere interrotto la sentenza Roe vs Wade del 1973 sul diritto all’aborto.



Secondo quanto affermato da Erin Hawley – consigliere senior presso l’Alliance Defending Freedom, la società che rappresenta AHM – una volta esaminata e certificata tale sentenza del Tribunale dalla Corte Suprema, le nuove restrizioni sulla pillola abortiva verranno reintrodotte all’istante: «l’approvazione del mifepristone sarà limitata a sette settimane, anziché a 10, e richiederà almeno tre visite mediche di persona per somministrare il farmaco», spiegano i legali dei gruppi pro-life che hanno sfidato e battuto la Fda. «Questa è una vittoria significativa per i medici e le associazioni mediche che rappresentiamo e, cosa più importante, per la salute e la sicurezza delle donne», ha nuovamente commentato Hawley, «Il 5° Circuito ha giustamente richiesto alla FDA di fare il suo lavoro e ripristinare le salvaguardie cruciali per le donne e le ragazze, inclusa la fine degli aborti illegali per corrispondenza». Mentre si attende che la Casa Bianca e le istituzioni “liberal” facciano appello alla Corte Suprema contro questa nuova sentenza sulla pillola abortiva, il plauso sull’intervento del Tribunale Usa arriva da diversi medici ed esperti in materia: Katie Daniel, direttore della politica statale presso Susan B. Anthony Pro-Life America, all’Agenzia CNA racconta «le pillole abortive per corrispondenza mettono ogni anno migliaia di donne e ragazze a rischio di gravi complicazioni dovute alle pillole abortive». Non solo, fino ad oggi la Fda ha come «ignorato la scienza e le sue stesse regole quando ha approvato lo sconsiderato piano di aborto per corrispondenza dei Democratici. Non ci fermeremo fino a quando la FDA e l’industria dell’aborto orientata al profitto non saranno ritenute responsabili delle sofferenze che hanno inflitto a donne e ragazze, nonché della morte di innumerevoli bambini non ancora nati».