È boom di richieste della pillola del giorno dopo nel periodo immediatamente successivo al Capodanno. A rivelarlo, come riportato da Adnkronos, è un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Bmj, che mette insieme una serie di studi sul tema. La scienza sembra essere concorde sulla questione. Il motivo è probabilmente da ricondurre al fatto che al momento dei festeggiamenti si perdono i freni inibitori. 



“Aumento del comportamento sessuale, diminuzione dell’uso della contraccezione durante i rapporti, aumento purtroppo anche dei tassi di violenza sessuale e accesso potenzialmente limitato alla contraccezione”, così gli esperti elencano i fattori che possono portare a incorrere in gravidanze indesiderate il 31 dicembre. Il 70% degli americani, in un sondaggio, ha ammesso di pianificare i propri impegni in modo da potere avere rapporti sessuali con il proprio partner. A questo fenomeno si aggiungono i rapporti occasionali e non consensuali, che rappresentano un pericolo maggiore. L’alcol, in tal senso, non è sicuramente un buon alleato.



Pillola del giorno dopo, boom di richieste a Capodanno: lo studio

Gli esperti hanno evidenziato un aumento delle richieste della pillola del giorno dopo anche in altri periodi dell’anno, come dopo San Valentino, ma non ai livelli di Capodanno. Nel dettaglio, l’incremento è di 0,63 unità vendute per 1.000 donne tra i 15 e i 44 anni nelle settimane successive all’ultimo giorno dell’anno. Ciò corrisponde a quasi 41mila confezioni aggiuntive vendute. Il 14 febbraio, invece, l’aumento è di 0,31 (da 0,25 a 0,38) unità per 1.000 donne. 

“L’evidenza indiretta di un aumento degli aborti e dei casi di infezioni trasmesse sessualmente è coerente con il fatto che alcuni di questi rapporti sessuali non siano protetti. Con la limitata eccezione delle coppie che tentano attivamente di avere un bebè nel nuovo anno, questi concepimenti possono derivare da una ridotta vigilanza contraccettiva (ad esempio, rapporti sessuali in seguito alla mancata pillola contraccettiva o al mancato uso del preservativo)”, hanno concluso i ricercatori.