PILLOLE NBA: SIAMO AL GIRO DI BOA
Siamo finalmente giunti alla metà della regular season di basket NBA, e praticamente tutte le squadre hanno disputato almeno 40 partite, ad eccezione di Sacramento che tocca questa cifra con la partita del giorno 11/1 contro Houston. I dati che riportiamo sono aggiornati agli incontri disputati sino al 10 gennaio. La quarta decade di partite ha visto primeggiare a Est Brooklyn con 9 vittorie su 10, seguita da Chicago, Philadelphia e Indiana, tutte con 7 vittorie. In flessione tra le favorite troviamo Milwaukee con sole 4 vittorie dopo le 22 su 30 precedenti; anche Boston ha rallentato confermando le 6 vittorie della precedente decade, ma lontana dalle 16 vittorie nelle prime 20 gare disputate. Il dato più sorprendente è quello dei Brooklyn Nets con 18 vittorie nelle ultime 20 partite, contro le sole 9 nelle prime 20, prestazione che ha consentito alla squadra di issarsi al secondo posto della Eastern Conference. A Ovest nella quarta decade primeggiano con 8 vittorie Memphis, Denver e Dallas.
Le prime due squadre hanno avuto un andamento identico in questa prima metà di stagione con 13 vittorie su 20 iniziali e 15 su 20 nelle successive seconde 20 partite disputate, risultando ad oggi le migliori formazioni in classifica. Il buon risultato di Dallas coincide con il periodo di gran forma del suo leader Luka Doncic. Se ad Est la sorpresa è la inarrestabile ascesa di Brooklyn, a Ovest sorprende il crollo di Phoenix, in testa alla Western conference dopo le prime 20 partite (15/20) ma scivolata pesantemente all’indietro nelle successive gare con un record di 6/20, migliore solo di quello dei fanalini di coda Houston Charlotte e Detroit (per loro 5/20). Galleggia nella mediocrità a Ovest anche la squadra campione uscente dei Golden State Warriors che mettono insieme solo il 50% di vittorie (20/40) riuscendo a vincere in trasferta solo 3 delle 19 partite disputate, risultando in questa statistica la peggiore squadra della lega. In compenso in casa registrano solo quattro sconfitte su 21 partite, ponendosi al livello di Cleveland, Denver e Memphis.
BASKET NBA, IL BORSINO DELLE SQUADRE
Passiamo ora ad alcune significative statistiche di squadra emerse nell’ultimo periodo, dal 28 dicembre al 10 gennaio:
Sacramento Kings: il 28/12 registrano tre giocatori con 30 o più punti nella vittoria 127-126 contro Denver: Fox (31), Monk (31) e Sabonis (33). Non accadeva ai Kings dal 1979;
Chicago Bulls: il 28/12 sotto di 11 punti a 2 minuti e 18 secondi dalla fine contro Milwaukee riescono a recuperare il distacco, costringere l’avversario all’overtime e vincere la partita 119-113. E’ il sesto caso di un recupero del genere nella storia NBA su 12541 partite (statistiche ESPN);
Boston Celtics: il 3/1 vengono sconfitti da Oklahoma 150-117. I Thunder hanno nell’occasione cinque uomini con almeno 20 punti. Boston non subiva 150 punti dal 6 marzo 1970 (sconfitta contro Philadelphia);
Charlotte Hornets: il 6/1 contro Milwaukee eguagliato il record NBA con 51 punti segnati nel primo quarto di gara, grazie a 20/29 al tiro di cui 7/14 da tre punti. E’ anche il record di squadra per punti segnati in un singolo periodo. Stesso record nel primo quarto fu fatto registrare ii 15.1.19 da Golden State contro Denver (142-111 finale) con 19/25 su azione di cui 10/14 da tre punti. Il record individuale in un quarto appartiene a Klay Thompson con 37 punti realizzati nel terzo quarto contro Sacramento il 23.1.2015 con 9/9 da tre punti. Thompson ha ancora la mano calda dopo otto anni, segnando 54 punti il due gennaio contro Atlanta (e 173 punti nelle ultime cinque gare disputate);
Orlando Magic: il 7/1 vincono dopo 10 anni sul campo dei Warriors, fino ad allora sconfitti in casa in stagione solo da Denver, Indiana e Detroit. I Warriors dal 4 al 10 gennaio subiscono tre sconfitte consecutive in casa contro Detroit, Orlando e Phoenix;
New Orleans Pelicans: tornano a vincere sul campo dei Washington Wizards dopo dodici anni. L’ultima volta era successo il giorno 1.1.2011, quando la franchigia portava ancora il nome di Hornets;
Miami Heat: record assoluto NBA per maggior numero di tiri liberi (40/40) realizzati senza errori nella vittoria sul filo di lana 112-111 contro Oklahoma che ne realizza solo 14/21. Jimmy Butler (Miami) nell’occasione con 23/23 sui liberi ha sfiorato il record di 24/24 detenuto da James Harden (2019) e Dirk Nowitzki (2011).
BASKET NBA: LE PRESTAZIONI INDIVIDUALI
E ora qualche prestazione individuale all’interno della nostra analisi del basket NBA, tenuto conto che tra metà dicembre e inizio gennaio c’è stata una esplosione di prestazioni di assoluto valore:
Nikola Jokic: l’MVP uscente ha avuto un mese di dicembre record. Nell’arco di 10 partite nel mese ha tenuto una tripla doppia di media (29/12/10) con una percentuale al tiro superiore al 60% (60,4%). Solo Wilt Chamberlain prima di lui arrivò a tanto per due mesi consecutivi, nel febbraio e marzo 1968;
LeBron James: il 30 dicembre, giorno del suo 38° compleanno realizza 47 punti (suo massimo stagionale), 10 rimbalzi e 9 assists. Con 38 anni sulle spalle hanno segnato almeno 45 punti in una partita solo Jabbar, Crawford e Jordan;
Il 5/1 ricorrono 16 anni dall’ultima partita in cui LeBron non è andato in doppia cifra. Accadde il 5.1.2007 in una vittoria di Cleveland contro Milwaukee nella quale LeBron si fermò a 8 punti, con 3/13 al tiro e 0/4 da tre in 43 minuti sul campo; da allora sono 1125 partite ininterrotte consecutive in doppia cifra!
Donovan Mitchell: non si era ancora spenta l’eco della tripla doppia storico di Luka Doncic che dobbiamo registrare un altro risultato fuori del comune, ovvero i 71 punti segnati dalla ex guardia di Utah, passata quest’anno a Cleveland, nella gara vinta contro Chicago lo scorso 2 gennaio, anche con l’ausilio dei tempi supplementari (58 i punti dopo i quattro tempi regolamentari). La prestazione è sintetizzata da 22/34 al tiro di cui 7/15 da tre punti, più 20/25 tiri liberi, 8 rimbalzi e 11 assists. E’ la miglior prestazione da 16 anni a questa parte, dopo quella di Kobe Bryant del 2006 (81 punti). Nuovo record per i Cleveland Cavaliers superando i 57 punti di Irving.
E’ la prima volta di un giocatore con 70+ punti e 10+ assists. Prima di lui solo sei altri giocatori hanno toccato i 70 punti: in ordine di data abbiamo Elgin Baylor (71), Chamberlain (6 volte con una massima di 100 punti), David Thompson (73), David Robinson (71), Kobe Bryant (81), Devin Booker (70, nel 2017);
Giannis Antetokounmpo: il 30/12 realizza due gare di fila da 40 punti e 20 rimbalzi, eguagliando Moses Malone del lontano 1982; con almeno due partite consecutive da 40 punti, 20 rimbalzi e 5 assists solo lui, Elgin Baylor (striscia di 4 gare) e Wilt Chamberlain (quattro striscie da due gare); il 6/1 per la prima volta in stagione il greco di Milwaukee non va in doppia cifra fermandosi a 9 punti; nelle quattro partite precedenti aveva realizzato 173 punti complessivi con un massimo di 55 punti contro Washington il 3 gennaio, che costituisce il suo record personale;
Luka Doncic: nelle cinque partite dal 23 al 31 dicembre tre gare da 50+ punti, 228 punti in totale, 51 assists, due triple doppie di cui quella storica 60-21-10. Con 354 punti segnati o assistiti in cinque gare è secondo solo a Lillard (358 punti nel 2020) e Chamberlain (381 nel 1962);
Simone Fontecchio: dopo la partita del suo massimo stagionale il nostro connazionale registra tre brevi apparizioni in campo (13 minuti in tutto) cui fa seguito un infortunio alla caviglia. Da allora sette partite senza scendere in campo, uscendo dalle rotazioni. Il 10/1 torna in campo per cinque minuti nella vittoria contro Cleveland, ma senza segnare (un rimbalzo, una palla persa, un fallo);
Walter Kessler: il giovane rookie ha conquistato un posto stabile nel quintetto di Utah. Il 9/1 registra cinque stoppate in sette minuti contro Utah. Le stoppate sono la sua specialità, tanto da vantare una media di 4,6 a partita nell’ultimo anno di college. Nella classifica stoppate è attualmente quarto con 1,9 a partita dietro a Claxton (Brooklyn), Lopez (Milwaukee) e Turner (Indiana). Nessuno di questi giocatori figura nei primi posti di questa statistica dell’anno scorso. Turner fu il primo due anni fa. Quest’anno Kessler e Claxton possono vantare una media di 4,8 stoppate a partita per 48 minuti giocati;
Giocatori USA e Internazionali: a metà campionato tra i primi dieci rimbalzisti figurano solo due giocatori con passaporto USA, Julius Randle e Bobby Portis, rispettivamente ottavo e nono. I migliori nell’ordine sono Sabonis (Lituania), Gobert (Francia), Antetokounmpo (Grecia), Adams (Nuova Zelanda), Vucevic (Montenegro). Anche la classifica marcatori vede in testa tre giocatori internazionali: Embiid (Camerun), Doncic (Slovenia) e Antetokounmpo (Grecia).
Per quanto riguarda gli assists nel basket NBA, i giocatori USA fanno ancora la parte del leone con otto uomini nei primi dieci in graduatoria, comandata da Haliburton di Indiana, rivelazione del torneo, seguito da Trae Young (USA), Jokic (Serbia), Doncic (Slovenia), e da altri giocatori USA (Morant, Westbrook, Garland, Conley, Smart, Lillard). Anche le palle rubate vedono primeggiare un giocatore internazionale, Anunoby (Gran Bretagna), seguito da quattro giocatori USA (Melton, Haliburton, Murray, Edwards) e da un canadese (Gilgeous-Alexander).