PILLOLE NBA: DOPO L’ALL STAR GAME

Con le partite dell’ultimo giorno di febbraio nel basket NBA con tutte le squadre hanno disputato almeno 60 partite. Analizziamo di consueto le dieci partite ultime completate da tutte le squadre, cioè quelle dalla 51 alla 60, che si sono disputate a cavallo della settimana di sosta per l’All-Star Game, parentesi in sé non così eccitante in quanto ormai l’evento clou della partita delle stelle è ormai diventato quanto mai imbarazzante sia dal punto di vista agonistico che tecnico.



Il fatto che tutti i giocatori temano di infortunarsi fa cadere gli stimoli agonistici, fatto che neppure il cambio di formula nella formazione delle due squadre riesce contrastare. La sosta non ha influito negativamente sul trend positivo di alcune squadre. Fa eccezione Philadelphia che avrebbe potuto chiudere le dieci gare con 8 vittorie, che si sono ridotte a 6 a seguito di due sconfitte consecutive in partite molto tirate disputate dopo la sosta, rispettivamente contro Boston e Miami.



Tra chi ha fatto meglio nell’arco delle dieci gare troviamo innanzitutto Milwaukee con 10 vittorie su 10, facenti parte di una striscia positiva ancora aperta giunta alla 15a vittoria, poi con 8 vittorie Boston e Cleveland a Est e Denver a Ovest. Con 7 vittorie emergono una rediviva Toronto e una recuperata Phoenix, quest’ultima ancora senza il contributo del nuovo acquisto Kevin Durant. La recente campagna di scambi acquisti ha influito negativamente, come da attese, su Brooklyn, crollata verticalmente da 18 vittorie su 20 gare (dalla 21a alla 40a) a sole 7 vittorie nelle successive 20 appena chiuse.



A Ovest troviamo i due fanalini di coda Houston e San Antonio, rispettivamente con una e zero vittorie nella decina di partite chiuse con la 60a. San Antonio è riuscita però a interrompere finalmente la striscia perdente, giunta a 16 gare consecutive, con la vittoria del 28/2 su Utah. Arriva invece a 10 gare per Houston la serie ancora aperta di sconfitte consecutive. Sono in serie positiva oltre a Milwaukee anche i Knicks (6 partite) e gli Hornets (5 partite, che fanno seguito a una striscia negativa di 7).

PILLOLE NBA 2023: LE SQUADRE

Charlotte Hornets: nel culmine di una fase positiva di 5 vittorie consecutive (record stagionale) arriva la tegola dell’infortunio di LaMelo Ball, che si è fratturato la caviglia destra nel corso dell’ultima partita vinta contro Detroit. La point guard era stata protagonista di queste ultime 5 gare insieme con il compagno Gordon Hayward, rispettivamente con una media di 23,4 e 21,8 punti. Ball è attualmente al quarto posto per numero di canestri da tre punti a partita (3,9) dietro Stephen Curry, Klay Thompson e Damian Lillard. Quest’anno gli infortuni alle caviglie gli hanno consentito di disputare solamente 36 partite su 63; non lo rivedremo più in campo questa stagione, come non abbiamo ancora potuto vedere il fratello Lonzo (Chicago Bulls) dopo l’ultima gara disputata il 14 gennaio 2022.

San Antonio Spurs: prima della vittoria del 28 febbraio contro Utah l’ultima partita vinta risaliva al lontano 17 gennaio contro Brooklyn. Nel 2023 hanno vinto solo tre volte in 26 partite, andando però sotto i 100 punti solo in una occasione, contro Toronto (112-98).

Denver Nuggets: nella sconfitta contro Memphis del 25/2 i Nuggets hanno realizzato solo 94 punti, minimo stagionale.
Sacramento vs LA Clippers 176-175: il 24 febbraio le due squadre californiane hanno avuto bisogno di due overtime per decidere il vincitore, conseguendo il secondo più alto punteggio complessivo nella storia NBA. Fox e Monk per Sacramento e Leonard (sesta volta in carriera) per i Clippers hanno raggiunto i 40 punti. Per Sacramento è la prima volta nella storia con due giocatori con 40+ punti nella stessa gara. Quest’anno la doppietta era riuscita a Cleveland contro Boston, con Caris LeVert e Donovan Mitchell.

Il record totale di punti appartiene alla gara in cui Detroit sconfisse Denver 186-184, dopo tre tempi supplementari, nel dicembre 1983. Solamente 7 volte in tutta la storia NBA una squadra ha raggiunto i 170 punti. Un altro record NBA di questa partita sono i 44 tiri da tre realizzati complessivamente. I Kings hanno vinto recuperando negli ultimi due minuti uno svantaggio di 6 punti.
40+ punti: ad oggi 28 febbraio sono state in stagione ben 148 le prestazioni da 40+ punti, realizzate da 50 giocatori. In ordine di frequenza troviamo Lillard (12 volte), Doncic e Antetokounmpo (11), Embiid (10), Tatum (8), Donovan Mitchell (9), D. Booker, LeBron James, Shai Gilgeous-Alexander e Jokic (5).

PILLOLE NBA 2023: I SINGOLI

Damian Lillard: nella partita del 26 febbraio contro Houston ha realizzato il suo career high con 71 punti, in 39 minuti di gioco, realizzando 13 tiri da tre su 22 tentati e 22 canestri su azione su 38 tentativi. E’ l’ottavo giocatore della storia a toccare i 70 punti, raggiungendo tra quelli in attività Donovan Mitchell (anche lui 71, quest’anno) e Devin Booker (70 nel 2017). Nelle ultime 12 gare Lillard viaggia alla incredibile media di 41,0 punti; sino ad oggi in un analogo arco di gare hanno raggiunto 40 punti di media solo James Harden, Wilt Chamberlain, Michael Jordan, Kobe Bryant, Rick Barry, Elgin Baylor e Kareem Abdul-Jabbar.

Michael Carter-Williams: dopo aver messo il piede in campo per l’ultima volta il 14 aprile 2021 ritorna a referto, sempre per Orlando, il rookie of the year 2013-14, anche se tenuto in panchina per l’intera gara. In data 26 febbraio risulta aver stipulato un contratto biennale per Orlando. Il suo anno migliore, giocato per Philadelphia, è stato quello di esordio con 16,7 punti di media in 70 partite. In carriera vanta una media di 10,3 punti e 4,4 assist in 391 partite.

Mac McClung: il quasi sconosciuto vincitore della gara delle schiacciate all’All-Star Game, dopo essersi accasato a Philadelphia con un contratto two-way in data 14 febbraio, non ha visto ancora il campo. Aveva giocato solo due gare nella precedente stagione, una con i Bulls e l’altra con i Lakers. Attualmente gioca in G-League per i Delaware Blue Coats con i quali ha sinora disputato in questa stagione 18 gare con 17,4 punti di media, 5,8 assists e una percentuale di tiro su azione del 43,1%. Nel 2021-22 è stato premiato come rookie-of-the-year della G-League. Per la cronaca è alto solo un metro e 88 cm, ma è molto sicuro di sé, dimostrando di sapersi prendere la scena davanti alla platea della gara delle stelle.

Nikola Jokic: il leader indiscusso dei Nuggets continua a prendersi la scena nella NBA con una facilità disarmente. All’indomani dell’ennesima tripla doppia da 40 punti del 26 febbraio (la terza in stagione), nella successiva gara disputata il 28 febbraio colleziona una ulteriore tripla doppia, la sua 24a stagionale, ma anche la tripla numero 100 in carriera e la quindicesima nelle ultime 20 gare! Quest’anno ogni sua tripla doppia è coincisa con una vittoria per i Nuggets. In 55 gare Jokic viaggia ad una tripla doppia di media: 24,6 punti, 11,7 rimbalzi, 10,0 assists. Indipendentemente dal corso dei playoffs questi risultati dovrebbero garantirgli per il terzo anno consecutivo il titolo di MVP.

Attualmente Jokic è al sesto posto per numero di triple doppie (100) alle spalle di LeBron James (106) e Jason Kidd (108), che potrebbero essere già superati nel corso di questa stagione. Guida la statistica Russell Westbrook con 198 triple doppie su 1076 partite (18,4%) e con tre stagioni con più di 30 triple doppie (il massimo con 42 su 81 partite nel 2016-17) e con quattro stagioni con tripla doppia di media. Jokic totalizza ora 100 triple doppie su 582 partite (17,2%), con un ritmo molto vicino a quello di Westbrook. Jokic non ha mai raggiunto sinora 30+ triple doppie in una singola stagione, ma sta dimostrando una progressione costante di anno in anno. Questa è la prima stagione in cui potrebbe realizzare una tripla doppia di media. Westbrook è maturato più lentamente di Jokic su questi livelli, in quanto nei primi otto anni di attività (pari a quelli attuali di Jokic) aveva realizzato solo 37 triple doppie, per esplodere poi nei cinque anni seguenti con 147 partite in tripla doppia.

LeBron James: nella gara del 26 febbraio contro Dallas ha subito un infortunio alla caviglia che potrebbe costargli anche alcune settimane di assenza, compromettendo la corsa dei Lakers verso i play-in. Le statistiche attestano che senza LeBron in campo i Lakers avrebbero la peggior statistica offensiva (107,2 punti su 100 possessi), alle spalle dei Rockets che hanno un indice di efficienza offensiva pari a 109,2.

Movimenti NBA: con gli ultimi assestamenti di mercato ritrovano una squadra dopo assenze significative PJ Dozier (Sacramento), Kris Dunn (Utah), Meyers Leonard (Miami), Cody Zeller (Miami). Non sono stati rinnovati i contratti di John Wall (Houston) e Serge Ibaka (Indiana).