PILLOLE NBA: LA SITUAZIONE A FINE GENNAIO

La fine di gennaio nel basket NBA coincide per la quasi totalità delle squadre con il raggiungimento delle 50 partite sulle 82 complessive (fanno eccezione Philadelphia e Sacramento che completano le 50 partite il primo di febbraio).
L’arco delle partite di basket NBA della quinta decade (dalla 41 alla 50) mette in rilievo:



• A Est forte ripresa di Philadelphia che dopo tre serie consecutive di 7 partite vinte su 10 ora chiude la quinta decade con otto vittorie, salendo al secondo posto dopo Boston, insieme a Milwaukee; nella stessa Conference si segnalano gli andamenti positivi (7 vittorie su 10) per Miami (in crescita costante da inizio torneo: 4-5-6-6-7), Milwaukee, Boston e Washington (13 vittorie nelle ultime 20 partite contro 11 nelle prime 30); netta flessione di Brooklyn che patisce oltremisura l’assenza per infortunio di Durant collezionando solo 4 vittorie, dopo due serie consecutive da 9 su 10;



Eastern Conference – graduatoria per numero di vittorie dopo le prime 50 partite (primi 6 posti): 35 Boston, 33 Milwaukee e Philadelphia, 31 Brooklyn, 30 Cleveland, 28 Miami;

• A Ovest le dinamiche sono meno brillanti: arrivano a sette vittorie solamente Denver (che si conferma prima respingendo l’attacco di Memphis) e Sacramento; in flessione Memphis (solo cinque vittorie) mentre recuperano posizioni con 6 vittorie Utah, Minnesota, Oklahoma e Golden State; un vero crollo è quello di New Orleans (solamente 2 vittorie) orfana di Zion Williamson che ha giocato solo una partita in tutto il mese di gennaio; sotto le attese anche Phoenix (5 vittorie; 11 vinte nelle ultime 30 giocate contro 14 nelle prime 20) che lamenta le assenze di Devin Booker dal giorno di Natale 2022; meno bene le squadre di Los Angeles: i Clippers arrivano a 5 vittorie (ma in recupero dalla 51^ partita grazie al rientro di Leonard), mentre i Lakers si fermano a 4 nonostante il fenomenale periodo realizzativo di Le Bron James (dal 22 al 31 gennaio in cinque partite di cui tre vinte: 172 punti pari a 34,4 punti di media;



Western Conference – graduatoria per numero di vittorie dopo le prime 50 partite (primi 6 posti): 34 Denver, 32 Memphis, 29 Sacramento, 26 Golden State, Dallas e LA Clippers; la sorpresa Sacramento guida la NBA per punti segnati a partita (119,5) mentre è terza per percentuale di realizzazione di tiri in azione;

• Le probabilità di disputare i playoffs fornite dal sito Basketball Reference, aggiornate al 26 gennaio, vedono come sicure partecipanti (probabilità di almeno il 98%) Boston, Philadelphia, Cleveland Milwaukee e Brooklyn a Est, Denver e Memphis a Ovest; sicuramente escluse (0% possibilità di playoffs) Orlando, Charlotte, Detroit, San Antonio, Houston. Queste ultime squadre saranno zona di caccia all’imminente riapertura delle transactions (aperte fino al 9 febbraio) per le squadre che intendono rafforzarsi in vista dei playoffs; i Lakers di LeBron sono dati solo al 12% di probabilità playoffs con un record stimato finale di vittorie inferiore al 50% (38 vs 44), ovvero con una previsione di 15 vinte su 32 nelle gare a venire.

Veniamo ora alle pillole di basket NBA delle ultime giornate:

Bentornati. Altri due attesi ritorni sui campi NBA dopo infortuni molto gravi sono quelli di Jonathan Isaac (Orlando): rientro il 23/1, dopo 904 giorni (assente dal giorno 1.8.2020 per due stagioni intere) e di Ricky Rubio (Cleveland): esordio il 12/1 (assente dal 28.12.2021). Isaac è famoso per non essersi inginocchiato prima di una partita, per motivi di coscienza religiosi, durante le proteste del movimento “Black Lives Matter” nel 2020, mentre ha fatto parte, con il nostro Marco Belinelli e altri, della delegazione di giocatori NBA ricevuta da Papa Francesco il 23.11.2020 per testimoniare l’impegno contro l’ingiustizia sociale;

Nikola Jokic. Il centro di Denver non finisce di stupire inanellando con grande facilità prestazioni superlative da MVP:
– Il 10/1 realizza una tripla doppia 14-11-16 con 5/5 al tiro risultando il primo assoluto con una tripla doppia 10/10/15 e 100% al tiro;
– il 17/1 altra tripla doppia 36-12-10 con 13/14 al tiro e 9/10 ai liberi in 34 minuti (già il 20.10.18 aveva fatto segnare una prestazione simile: 35-11-11 e 11/11 al tiro);
– il 18/1 fa registrare 5 triple doppie nelle ultime sei gare con una media 24,5-12,8-12; risultati prima d’ora conseguiti solamente da

Russell Westbrook;
– chiude anche il mese di gennaio con una percentuale di tiro su azione sempre al di sopra del 50%; ultima gara al di sotto del 50% di realizzazione su azione ad ottobre 2022;
– a fine gennaio viaggia in tripla doppia di media (25,1 – 11,1 – 10,0), risultato riuscito in una stagione solo a Oscar Robertson e Russell Westbrook che , a differenza di Jokic, sono point guards;

Joel Embiid. Si issa al primo posto della classifica marcatori, già vinta da lui la scorsa stagione:
– il 12/1 chiude tre gare di fila con almeno 30 punti e 10 rimbalzi senza errori dalla lunetta. Prima di lui solo Jabbar nel 1975;
– il 17/1 per la 34^ volta tocca o supera i 40 punti. Dalla stagione 2000/01 non ha rivali tra i centri, seguito da Jokic (16 volte) e Shaquille O’Neal (14 volte);

Giannis Antetokounmpo. Il 29/1 ha un’altra gara con 50+ punti e 10+ rimbalzi, raggiungendo quota 5. Meglio di lui tra i giocatori in attività solo James Harden (8 volte). Prima ancora Chamberlain è inarrivabile con 118 volte, seguito da Elgin Baylor 16, Jabbar 8, Jordan 8, Pettitt 5;

Damian Lillard. La point-guard di Portland è on fire. Il 12/1 realizza 50 punti nella sconfitta contro Cleveland, altri 40 il 16/1, ma poi il 25/1 si supera realizzando contro Utah 60 punti con 21/29 su azione (8/15 da tre e 13/14 da due), 9/10 sui tiri liberi, 7 rimbalzi e 8 assists, 3 palle rubate in 39 minuti. Per Lillard è la quarta volta in carriera con 60 o più punti eguagliando Michael Jordan e James Harden; meglio di loro solo Kobe Bryant (6 volte) e il solito Wilt Chamberlain (62 volte);

Mason Plumlee. Quest’anno il centro di Charlotte, 32 anni, alla 10^ stagione NBA, viaggia alla media di 12,2 punti e 9,8 rimbalzi che sono i massimi in carriera; nelle ultime cinque partite ha una media di 16 punti e 9,6 rimbalzi con 31/43 al tiro (72,1%) quando anche la sua percentuale stagionale (67,1%) è ai massimi di carriera e lo pone al 15° posto tra i migliori risultati stagionali di ogni tempo. Da quando è a Charlotte ha disputato 125 partite sempre partendo nello starting five. Ma quel che più stupisce è la sua posizione ogni tempo per percentuale di realizzazione: al 7° posto con il 59,2% facendo compagnia su queste percentuali con DeAndre Ayton e Steven Adams, giocatori di certo più quotati di lui.

Le Bron James. Nel giorno festivo dedicato a Martin Luther King James realizza 48 punti; più “anziani” di lui con 48+ punti solamente Jamal Crawford (51 punti; 39 anni e 20gg) e Michael Jordan (51 punti; 38 anni e 315 gg con la maglia di Washington); nell’ultima partita LBJ ha realizzato la 106ma tripla doppia in carriera, mancandogliene ora solo una per eguagliare Jason Kidd e sostituirlo al 4° posto assoluto.
Come è messo a fine gennaio LBJ nelle varie graduatorie d’ogni tempo:
punti: 2° dopo Kareem-Abdul Jabbar
assist: 4° dopo Jason Kidd
rimbalzi: 35°
numero di tiri su azione realizzati: 14019 (9,96 a partita); 2° dopo Kareem-Abdul Jabbar
numero di tiri su azione tentati: 27768 (19,74 a partita); 2° dopo Kareem-Abdul Jabbar
numero di tiri sbagliati: 2° dopo Kobe Bryant
minuti giocati: 53365 (37,9 a partita); 3° dopo Jabbar e Karl Malone
partite giocate: 11° con 1407 partite
palle rubate: 10°
palle perse: 1° con 4917 con 3,49 a partita
stoppate: 93°

Classifica stoppate. Con 3,2 stoppate a partita Jaren Jackson Jr. guida la graduatoria di questa categoria, nella quale occupa il terzo posto assoluto per numero con 108 in 34 partite, superato solo da Brook Lopez (126 su 50) e Nic Claxton (126 su 47).

Classifica assists ogni tempo. Al 31 gennaio la classifica degli assists vede LeBron James (10.338) insediarsi al 4° posto assoluto superando Mark Jackson (10.334) e Steve Nash (10.335) alle spalle di Chris Paul, ancora in attività con 11.246 assists; contemporaneamente Russell Westbrook entra tra i primi 10 assistmen d’ogni epoca con 8.980, superando Gary Payton (8.966);

Classifica marcatori ogni tempo. Al 31 gennaio LeBron vede ormai a due passi da sé il record di Jabbar, mancandogli solo 89 punti per superarlo (38.299 punti contro 38.387). Sono esattamente i punti che LeBron ha segnato nelle ultime tre partite. Sicuramente il record sarà battuto prima dell’interruzione per la settimana dell’All-Star Game (7 partite da disputare per i Lakers. Azzardiamo un pronostico ipotizzando un festeggiamento casalingo nella prossima contro Oklahoma del 7/2 (terza gara da oggi) o più probabilmente in quella successiva contro Milwaukee del 9/2.

A Kevin Durant mancano 27 punti per superare Oscar Robertson e issarsi al 15° posto, mettendo sotto tiro anche Akeem Olajuwon; dall’infortunio dell’8 gennaio ha saltato ormai 10 partite che alla media di 29,7 punti gli avrebbero consentito anche il sorpasso su Olajuwon per insediarsi al 14° posto assoluto.

Prima della fine della stagione regolare anche James Harden e Russell Westbrook potrebbero riuscire ad entrare tra i primi 30 ogni epoca realizzando rispettivamente circa 400 o 500 punti.