Il leghista Simone Pillon sarà uno dei quattro relatori al Senato della legge sul suicidio assistito. Il politico, uno dei volti più conservatori, è stato nominato per conto delle commissioni Giustizia e Sanità. Insieme a lui, nominati anche altri tre colleghi: Caterina Biti (Pd), Alessandra Maiorino (M5S), Mariella Rizzotti (Forza IItalia). L’uomo, di 51 anni, è bresciano e nella vita è un avvocato cassazionista ma anche un politico conservatore che difende a spada tratta i principi del mondo cattolico, facendosi inoltre promotore del Family day.
Pillon non ha dubbi sulla legge sul suicidio assistito. Il senatore ha dichiarato la sua totale contrarietà: “Nell’ordinamento italiano non c’è un vuoto normativo sul tema: abbiamo infatti l’articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione o l’aiuto al suicidio”. Dunque non ci sono dubbi su quale sarà la posizione che il politico andrà ad assumere. Allo stesso modo, più volte si è espresso in maniera contraria su altri temi come aborto, adozioni gay o divorzio.
Tutte le battaglie di Simone Pillon
Simone Pillon è salito a Palazzo Madama il 4 marzo 2018. Da quel momento ha fatto parlare più volte di sé, diventando volto di tantissime battaglie contro alcune novità legislative più innovative e aperte in tema di diritti civili. Il senatore si è schierato apertamente contro il ddl Zan: secondo il politico “Quello di Zan è un disegno di una nuova umanità. Un grimaldello per trasformare le basi della nostra società”.
È stato inoltre a lungo promotore di campagne reazionarie come quella anti aborto e del disegno di legge sull’affido condiviso. Il DL che porta il suo nome ha come obiettivo quello di cambiare le regole su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori. Al momento il disegno di legge è fermo a Palazzo Madama. Più volte è stato poi protagonista di uscite contrarie all’uguaglianza di genere. Lo scorso anno ha contestato la decisione dell’Università di Bari di adottare un provvedimento per facilitare le iscrizioni delle donne alle materie tecnico-scientifiche. Pillon in quell’occasione aveva dichiarato: “Questo è un modo di fare ideologico. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento , come per esempio ostetricia”.