Uno studio ha messo in guardia circa le conseguenze psicologiche sui piloti degli aerei a causa del covid. Dopo mesi in cui i voli sono stati di fatto azzerati a causa delle restrizioni e dei vari blocchi, nei prossimi mesi i piloti saranno chiamati a sostenere un ritmo probabilmente imponente per via della ripresa dell’economia e del turismo mondiale. Proprio per questo lo studio del Lived Experience and Wellbeing Project, centro del Trinity College di Dublino, ha chiesto alle compagine aeree di non sottovalutare i rischi per la salute mentale dovuti al “burnout” che potrebbe riguardare ben l’80% del personale di volo, così come specificato dall’Agi. Se da una parte l’intensificazione dei voli rappresenta senza dubbio un’ottima notizia per il settore, falcidiato dopo un anno di stop e singhiozzi, dall’altra si potrebbe tradurre in un aumento dello stress per tutti coloro che saranno chiamati a gestire dei ritmi e dei carichi di lavoro molto intensi.
“Non possiamo nascondere il tema sotto un tappeto. I dati dicono che un certo numero di piloti stava già covando disturbi durante il periodo del lockdown, ma oggi non lo direbbero mai ai propri responsabili per paura di perdere la licenza di volo”, sono le parole di Paul Cullen, ricercatore dello studio del Trinity College. Il sondaggio è stato effettuato su più di 1.000 piloti di voli di linea nel 2019, ed è emerso che il 18% aveva una depressione moderata mentre per l’80% il burnout era moderato.
PILOTI DI AEREI, LO STUDIO SUL RISCHIO BURNOUT: I DATI DEL SONDAGGIO
Inoltre, più di tre/quarti degli intervistati hanno spiegato che non avrebbero mai rivelato tali problemi ai datori di lavoro, mentre l’81% ha rivelato di non sentirsi valorizzato per la società che lavora. In seguito è stato effettuato un altro sondaggio su più di 2.000 dipendenti dell’aviazione, leggasi piloti ma anche personale di cabina, controllori del traffico aereo e ingegneri, datato agosto 2020, ed è emerso che tali lavoratori hanno sofferto di più rispetto alla media della popolazione, durante la prima ondata di covid. Inoltre, un quinto dei piloti e il 58% degli assistenti di volo, avrebbe riportato una depressione moderata, rispetto al 23% sul totale della popolazione irlandese e britannica.