Pina Auriemma, ospite di Live Non è la D’Urso per parlare dell’Omicidio Gucci. “Il mio sogno era quello di essere dimenticata dopo aver scontato la mia pena: 13 anni di carcere fino alla fine. Pensavo di queste sofferenze di non averne più, c’è stata una persona uccisa ed è molto tragico il fatto” – racconta la Auriemma tornata al centro dell’attenzione dopo la notizia del film “House of Gucci” diretto da Ridley Scott con Lady Gaga e Al Pacino. “Io ho rimosso tante cose, ma non ho mai rimosso questo” – racconta la donna che precisa – “ho dovuto fare tutto un percorso mio psicologico per 5 anni per poi ritrovarmi adesso in una bufera. Quando sono stata arrestata mi associò alla maga perchè la signora Reggiani si faceva leggere le carte da questi cialtroni, io non credo a queste cose e non c’entro proprio niente. Io e la Reggiani eravamo amiche, ma non ero la sua dama di compagnia, siamo state amiche per 30 anni”.



Pina Auriemma, Omicidio Gucci: Patrizia Reggiani pericolosa, non voglio incontrarla

Pina Auriemma a “Live Non è la D’Urso” per parlare del delitto Gucci. È infatti considerata l’organizzatrice dell’omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto la mattina del 27 marzo 1995. Per questo la “maga” è stata condannata a 19 anni di carcere, scontandone 13. Una volta riacquistata la libertà, è tornata a vivere a Milano, dove si occupa di volontariato. Da quando è uscita dal carcere comunque non ha più incontrato Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Maurizio Gucci e mandante dell’omicidio. «Lo scopo era quello di portargli via dei soldi, non di ucciderlo. Quella fu una decisione di Patrizia», ha dichiarato nei giorni scorsi a Il Dubbio. Nell’intervista ha spiegato di vivere nel rimorso da quel giorno: «La sera prima volevo avvisarlo di stare attento, ma non ci sono riuscita».



Sin da subito prese le distanze dal delitto: «Quella era un’armata Brancaleone. Sbagliarono anche la mira a due metri di distanza. Non so cosa gli avesse promesso Patrizia». Le indagini hanno ricostruito che Pina Auriemma si rivolse ad un portinaio di sua conoscenza, Ivano Savioni, che a sua volta contattò Orazio Cicala, ristoratore con legami nella piccola criminalità. Questi trovò l’assassino, il muratore Benedetto Ceraulo.

PINA AURIEMMA: “PATRIZIA REGGIANI? CI SIAMO MINACCIATE”

Da allora Pina Auriemma viene chiamata la “maga”, nonostante la smentita della Procura. Nell’immaginario collettivo è rimasta la nomea della cartomante. «Se fossi stata una vera maga avrei dovuto prevedere che andavo in carcere», ha raccontato a Il Dubbio nell’intervista di giovedì scorso. L’esperienza della detenzione comunque le è servita, anche se è stata una sofferenza: «Spesso vado fuori dal carcere e mi metto a piangere». Pina Auriemma è stata nella sezione femminile di San Vittore, che a differenza del settore maschile, dove il sovraffollamento è cronico, è un reparto modello. «Ho avuto ottimi rapporti con tutti. In carcere sono stata anche bibliotecaria ed ho organizzato incontri culturali. Da allora ho iniziato a fare volontariato alla Casa della carità ai più bisognosi».



Riguardo ai rapporti con Patrizia Reggiani, ha spiegato le tensioni dopo il delitto: «Lei poi mi chiese anche di prendermi le colpe. Abbiamo litigato e ci siamo minacciate». Alla fine ha confessato alle figlie di aver fatto uccidere il padre. Le figlie tra l’altro sono costrette da una sentenza della Cassazione a darle 30 milioni di euro, quindi la donna è tornata ricca. «Io spero di non incontrarla mai più: è una persona pericolosa».