Si è spenta alla soglia dei 90 anni sotto il peso di una battaglia iniziata dal marito negli anni ’90 e che lei ha saputo portare avanti con forza e vigore, la stessa dell’amore che l’ha tenuta insieme a Libero Grassi. Lei è, anzi era, Pina Maisano la moglie devota dell’imprenditore Libero Grassi, ucciso dalla Mafia nel 1991, colei che raccolse la sua eredità e che portò avanti la sua battaglia alla mafia e al pizzo senza mai arrendersi alle minacce né prima e né dopo la morte del marito, ucciso da un killer a pochi passi dalla sua casa, a colpi di pistola. Impegnata socialmente e politicamente, Pina Maisano Grassi nacque nel 1928 e studiò architettura all’università di Palermo tenendosi sempre impegnata politicamente a partire dal 1955 quando partecipò, proprio insieme al marito, alla fondazione del partito radicale. Un sodalizio politico e di sentimenti il loro che ha dato vita non solo alla loro figlia ma anche alla lotta che oggi Rai2 ha voluto ricordare con la messa in onda del docu-film Io sono libero.
CHI ERA PINA MAISANO, LA MOGLIE DI LIBERO GRASSI
Pina Maisano non si fermò mai con le mani nelle mani e dopo i movimenti degli anni ’60 e ’60, alla fine degli anni ’80 divenne portavoce cittadina del partito dei Verdi, un’altra strada, un’altra battaglia che si concluse proprio nel 1991 quando la morte del marito segnò la sua esistenza ma senza mai annullarla, anzi. Mentre suo marito morì sotto casa dopo aver detto no al pizzo con una lettera aperta pubblicata dai giornali locali (e non solo), la sua vedova capì di dover abbracciare questa nuova battaglia che la portò, un anno dopo la morte di Libero, a diventare senatrice come esponente dei Verdi in Piemonte. Sempre sua fu la carica di presidente onorario dell’associazione antiracket Libero-futuro fino a quando, tre anni fa, si spense all’età di 87 anni in seguito a un malore. Adesso insieme a Libero, proprio nella giornata di oggi, viene ricordata anche la grande donna che seppe stargli accanto.