EMERGENZA CARCERI, L’ANALISI DI PINELLI (CSM)

L’emergenza suicidi in carcere pone una riflessione a livello politico secondo Fabio Pinelli: i partiti dovrebbero discutere della possibilità di introdurre un indulto parziale. Serve un momento di dialogo per il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm), secondo cui bisognerebbe anche dare un messaggio di speranza a chi è finito in carcere per reati non gravi. Ne parla all’Avvenire, citando Papa Francesco.



L’indulto parziale non riguarderebbe i reati di criminalità organizzata e sarebbe uno strumento utile contro il sovraffollamento delle carceri. L’emozione di aver partecipato all’incontro emozionante con Papa Francesco a Rebibbia, all’inizio del Giubileo, sicuramente ha inciso, ma la riflessione che suggerisce non è emotiva. Pinelli ritiene ci sia un filo logico che unisce le parole di Bergoglio col diritto penale e la Costituzione.



Il vicepresidente del Csm evidenzia come la punizione non ebba essere vendetta. Per Pinelli bisogna ricostruire i rapporti con il reo, in quanto il carcere non deve diventare una “scuola del crimine“, ma offrire un percorso rieducativo, come indicato dalla Costituzione, oltre che uno di risocializzazione, superando quella visione che mette al centro solo il carcere.

“CARCERE SIA LUOGO DI SPERANZA”

Il progetto che ha in mente Pinelli è concreto: in primis, va ripensato in maniera profonda il ruolo del diritto penale, in quanto non è nelle aule della giustizia che vanno risolti tutti i problemi della società. Inoltre, va rivisto anche il rapporto tra la sanzione pecuniaria e quella detentiva. Per quanto riguarda l’entità della pena, per il vicepresidente del Csm va “commisurata alla capacità retributiva“.



Pinelli parla anche di quei delitti colposi che rientrano nel tema risarcitorio, eppure sono ancora nel circuito penale, causando un allungamento dei tempi dei processi anche per i reati più gravi e, indirettamente, della carcerazione preventiva. C’è il fenomeno di usarla come anticipo della pena, una tendenza intollerabile per Pinelli. Per quanto riguarda la giustizia riparativa, è favorevole, infatti è convinto possa essere importante.

Ad esempio, le sanzioni pecuniarie possono essere una risposta ai delitti colposi insieme ai risarcimenti. Se da un lato servono investimenti sulle risorse umane, dall’altro bisogna riflettere sulla politica giudiziaria. Pinelli ha concluso disegnando il carcere come un luogo che può offrire la speranza di ricostruirsi un’altra vita, imparando il valore del rispetto della legge, anziché renderlo un luogo di morte.