L DISCORSO DEL VICEPRESIDENTE CSM ‘SPACCA’ IL CONSIGLIO: COSA HA DETTO PINELLI

Sta facendo discutere e non poco il discorso tenuto dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli in occasione della conferenza stampa dopo il primo anno ufficiale di attività dopo la nomina pervenuta lo scorso 25 gennaio 2023. Per l’avvocato penalista, membro laico in quota Lega del Consiglio Superiore della Magistratura, le polemiche politiche si scagliano dal Centrosinistra dopo che in alcuni passaggi della sua conferenza stampa (per la presentazione della Relazione annuale sull’attività dell’organo di autogoverno dei giudici) in merito al periodo del Csm durante lo scandalo Palamara, quando arrivarono ben 5 dimissioni tra i consiglieri “travolti” dal caos per i presunti condizionamenti e irregolarità nelle nomine in alcune Procure.



«Nell’ultima parte della scorsa consiliatura, il Csm aveva perso l’orientamento e c’era stato un deragliamento dalla funzione sua propria assegnatagli dalla Costituzione»: questo in particolare il passaggio “incriminato” con Pinelli subito accusato di aver addirittura minato il ruolo del Presidente della Repubblica, responsabile diretto del Consiglio Superiore di Magistratura e garante del suo corretto funzionamento. «I dati testimoniano la situazione in netto miglioramento», ha detto ieri il vicepresidente, mostrando slide e snocciolando numeri a dimostrare il calo del 25% del «gravosissimo arretrato»; poi passando al periodo del “caso Palamara”, quando alla vicepresidenza Csm sedeva David Ermini (Pd) aggiunge «i numeri dimostrano soprattutto che il Consiglio aveva perso la sua funzione propria, di essere un organo di alta amministrazione, e non un organo volto ad una impropria attività politica». Dopo richiesta di chiarimenti dei giornalisti presenti, Pinelli sottolinea come il deragliamento dalla funzione propria del Csm «riguardasse tanti fattori. Compito del Csm è delimitare in modo adeguato l’ambito dei propri pareri, poi la politica liberamente ritiene di valutarli o no, ma è opportuno che mantenga i limiti del proprio perimetro di intervento».



LE ACCUSE DEL PD CONTRO PINELLI E IL ‘DISAPPUNTO’ CHE FILTRA DAL COLLE

Sentitisi chiamati in causa essendo appunto Ermini il predecessore di Pinelli alla guida del Csm, il Partito Democratico replica duramente con una nota ufficiale consegnata all’ANSA nella serata del 18 gennaio: «Abbiamo ascoltato stupefatti le parole pronunciate dall’avv. Pinelli nella sua irrituale conferenza stampa. Dal vice presidente del Csm ci si aspetterebbe maggior equilibrio. Inaccettabili le critiche e le accuse rivolte a chi ha operato prima di lui in un momento storico difficilissimo, con grande senso di responsabilità». L’avv. Pinelli, conclude il Pd, «ricopre un ruolo di grande rilevanza, gettare discredito sull’istituzione che rappresenta denota solo una grave mancanza di sensibilità istituzionale».



Secondo l’ex Ministro della Giustizia dem Andrea Orlando, quello del vicepresidente Pinelli è «un altro strappo istituzionale. Mancanza di riguardo per chi in base alla Costituzione presiede quel consesso. Mancanza di stile in generale». Il Colle non commenta ufficialmente la “vicenda” Pinelli ma un passaggio di un discorso istituzionale fatto ieri al Quirinale sembra riferirsi in qualche al tema chiave della Giustizia: «serve il dovere di imparzialità, la tutela del rispetto della legge, la cura del solo interesse generale della Repubblica e della sua società, la fedeltà ai valori della nostra grande tradizione umanistica e giuridica, che al centro pone la dignità della persona e i diritti del cittadino», ha spiegato dal Colle Mattarella ricevendo i vincitori dell’ottavo concorso SNA di formazione dirigenziale.

LA REPLICA DI PINELLI: “MAI DETTO CHE IL CSM TRADIVA IL MANDATO, ALTRIMENTI MATTARELLA SAREBBE INTERVENUTO”

Travolto da polemiche politiche in poche ore arriva la replica del vicepresidente Csm Fabio Pinelli, rilasciata ancora all’ANSA: «non ho mai affermato che il Consiglio abbia in passato tradito il proprio mandato costituzionale, cosa che peraltro sarebbe stata impedita dall’intervento del presidente della Repubblica, che, come testualmente affermato nel corso della conferenza stampa ‘non ha mai consentito o autorizzato una funzione dell’organo che fosse diversa da quella che la Costituzione gli ha assegnato’».

Pinelli tornando sulle dichiarazioni rilasciate giovedì 18 gennaio dalla sede del Consiglio Superiore di Magistratura sottolinea il suo riferimento alla precedente consiliatura ha semplicemente raccontato le «difficoltà da cui è stata travagliata, provocate da tentativi di interferenze esterne nel funzionamento dell’organo, che hanno condotto alle dimissioni di cinque consiglieri in carica». Tali vicende definite da Pinelli “traumatiche” hanno indotto «alcuni commentatori addirittura ad ipotizzare lo scioglimento dell’organo, ipotesi che ho ricordato ma mai condiviso né fatto mia nella conferenza stampa». Il vicepresidente attuale del Csm spiega di non aver fatto alcun riferimento al suo predecessore David Ermini, ma semplicemente ha rilevato «vicende richiamate hanno obiettivamente determinato un rallentamento nell’attività che questo Consiglio si è proposto di superare efficacemente». Da ultimo, confida Pinelli all’ANSA, non è vero che abbia affermato quanto il Consiglio abbia operato erroneamente in passato sul tema dei pareri sui disegni di legge: «ritengo che, in ossequio alla ripartizione costituzionale delle competenze ed all’art. 10 della legge 195 del 1958, il Consiglio superiore non possa interferire con le scelte di politica legislativa che appartengono alle istituzioni rappresentative della sovranità popolare, ma debba pronunciarsi sulle ricadute di tali scelte sul funzionamento degli uffici giudiziari».