Sono già amatissimi dal pubblico e stanno occupando le prime posizioni della classifica provvisoria del Festival di Sanremo 2020, i Pinguini tattici nucleari sono tra le grandi sorprese di questa edizione. Qualcuno si è chiesto quale possa essere il segreto di questo loro immediato successo e, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Italia, la band ha dichiarato: “Banalmente abbiamo portato noi stessi. Le citazioni ci sono in tante nostre canzoni: ci piace portare il mondo che abbiamo attorno, come dei piccoli gioielli incastonati. Chi ci conosce lo sa benissimo: abbiamo portato su quel palco solo il nostro modo di fare musica.” C’è da capire se questo successo possa portarli anche alla vittoria del Festival oppure no. Staremo a vedere domani cosa accadrà. (Aggiornamento di Anna Montesano)



PINGUINI TATTICI NUCLEARI: CHI SONO

I Pinguini Tattici Nucleari sono una delle rivelazioni del Festival di Sanremo 2020, per non dire la più sorprendente. Catapultati nel giro di nove mesi dal palco del concerto del Primo Maggio a Roma a quello dell’Ariston in landa matuziana, i musicisti orobici hanno saputo guadagnarsi ben presto l’attenzione e il favore degli spettatori e del popolo che da casa, ogni sera, segue e commenta in diretta tutto ciò che succede durante la puntata sugli spazi social di Twitter e non solo. A proposito di tweet: nella serata di ieri, i Pinguini Tattici Nucleari sono stati i più menzionati fra i 24 artisti in gara nel corso della loro esibizione, quando si è raggiunta la ragguardevole cifra di oltre duemila tweet nel giro di soli sessanta secondi. Non c’è che dire, hanno davvero conquistato tutti: prova ne sono la classifica parziale della kermesse e quella finale delle cover, che li ha visti salire con merito sul podio alle spalle della vincitrice Tosca e di un “Gigante” (per parafrasare il titolo del brano con cui concorre a Sanremo) Piero Pelù, che ha fatto emozionare tutti con il tributo a Little Tony.



PINGUINI TATTICI NUCLEARI: NELLA SERATA DELLE COVER UN MESSAGGIO CONTRO L’OMOFOBIA?

La serata delle cover, dicevamo. Un appuntamento fisso nel quale i “Campioni” portano sul palco un brano più o meno recente della musica nazionale, riarrangiandolo e, in taluni casi, adattandolo alle proprie qualità vocali. Ebbene, probabilmente i Pinguini Tattici Nucleari non hanno saputo scegliere una sola canzone o, meglio, hanno preferito non farlo, proponendo un medley accattivante e dinamico, che ha fatto ballare il teatro Ariston. Il loro mix di singoli, ribattezzato “70 volte”, è partito dagli anni Cinquanta con “Papaveri e papere” di Nilla Pizzi, per passare a “Nessuno mi può giudicare” (Caterina Caselli, anni Sessanta), “Gianna” (Rino Gaetano, anni Settanta), “Sarà perché ti amo” (Ricchi e Poveri, anni Ottanta), “Una musica può fare” (Max Gazzè, anni Novanta), “Salirò” (Daniele Silvestri, anni Duemila) e “Sono solo parole” (Noemi, anni Dieci), per terminare con “Rolls Royce” di Achille Lauro, risalente alla scorsa edizione del Festival di Sanremo. Ha suscitato scalpore il gesto del frontman della band, che ha dedicato, in ginocchio, una canzone a un violinista dell’orchestra, correndo poi da Cristiano Ronaldo, seduto in platea, per consegnargli un rametto di mimosa. Un messaggio alla lotta contro l’omofobia?



ECCO PERCHÉ I PINGUINI TATTICI NUCLEARI POSSONO VINCERE IL FESTIVAL

Alla luce del quarto posto parziale nella classifica generale di Sanremo 2020, kermesse nella quale, al giro di boa, si fatica a intravedere una canzone più forte delle altre (forse “Viceversa” di Francesco Gabbani, momentaneamente prima, a un secondo ascolto potrebbe candidarsi a ricoprire questo ruolo), i Pinguini Tattici Nucleari possono seriamente iniziare a cullare sogni di gloria, alla stregua di quanto fatto alcuni anni orsono dagli “Stato Sociale”, secondi classificati proprio alle spalle di Gabbani. D’altro canto, “Ringo Starr” è un pezzo chefunziona e che raduna più generazioni, traboccante di riferimenti alla realtà. Si prenda spunto, a tal proposito, da alcune frasi del testo: “Il cerchio della vita impone che per un re leone vivano almeno tre iene” richiama uno dei film che appartengono alla nostra infanzia, “gli amici ormai si sposano alla mia età ed io mi incazzo se non indovino all’Eredità” è una chiara citazione televisiva, ma anche una denuncia delle difficoltà che i giovani trovano nell’affrontare i tempi moderni. Una canzone nazionalpopolare, insomma. Ecco perché una vittoria dei Pinguini Tattici Nucleari potrebbe non sorprendere. Televoto e sala stampa permettendo.